Se si considerano i tre continenti in cui è maggiore il numero di persone che ancora oggi soffrono la fame si osservano andamenti piuttosto diversi. L’Asia ad esempio è l’area dove risiedono più persone in condizione di denutrizione, quasi 385 milioni di persone (il 52,4% del totale). Proprio qui peraltro gli effetti della pandemia si sono fatti sentire in maniera maggiore e più rapida. In appena un anno infatti il numero di persone che hanno sofferto la fame è aumentato di 56 milioni (+18,3%). A partire dal 2021 però il dato è rimasto stabile attorno ai 385 milioni. Anche in America latina e nei Caraibi il numero di coloro che hanno sofferto la fame è cresciuto molto nel 2020 (+16,2%). Qui però, a partire dal 2022, si è assistito a una riduzione del fenomeno che nel 2021 coinvolgeva oltre 45 milioni di persone, scese a 41 nel 2023 (-9,5%). In Africa al contrario, l’aumento è stato più contenuto nel primo anno di pandemia (+11% tra 2019 e 2020). Da quel momento però il numero di persone denutrite è continuato a crescere di oltre il 5% l’anno. Così il numero di africani che soffrono la fame è passato da poco più di 230 milioni nel 2019 a quasi 300 milioni nel 2023.
Il glossario consultabile nel rapporto Fao The State of Food Security and Nutrition in the World 2024 definisce la denutrizione (in inglese “undernutrition”) come l’esito di un apporto nutrizionale scadente in termini di quantità e o qualità, nonché di un assorbimento scadente del nutriente a seguito di ripetuti episodi di malattia. Include l’essere sottopeso, troppo bassi (rachitismo), pericolosamente magri o carenti di vitamine e minerali.
FONTE: elaborazione openpolis su dati The State of Food Security and Nutrition in the World 2024
(pubblicati: mercoledì 24 Luglio 2024)