Se si valutano i contratti part-time, i divari retributivi più ampi sono registrati nei Paesi Bassi (22%), Malta (21%) e Spagna (20,6%) mentre i valori più bassi sono riportati in Danimarca (0,7%), Lituania (0,1%) e Portogallo (0,1%). Andando invece a vedere la condizione dei lavoratori e delle lavoratrici full-time, i paesi caratterizzati dalle percentuali maggiori sono Lettonia (24,1%), Ungheria (18,4%) e Finlandia (18,1%). I divari più contenuti sono invece registrati in Spagna (6,5%), Romania (2,2%) e Belgio (-0,2%). Un caso peculiare è invece quello italiano, unico stato in cui entrambi i divari sono negativi, sia quello dei contratti full-time (-1,6%) che quello dei part-time (-5,1%).
Il dato rappresenta il divario retributivo di genere dal punto di vista del tipo di contratto stipulato. Il divario retributivo di genere è la differenza media tra i salari orari percepiti da uomini e donne espressa in termini percentuali. È calcolato tenendo in considerazione le imprese con più di dieci impiegati e tutti i lavori ad eccezione del settore agricolo, della difesa e degli enti sovranazionali. Non sono compresi contratti di lavoro irregolari, apprendistati e prestazioni di economia informale. Non ci sono limiti al numero di ore lavorate alla settimana, includendo quindi anche i lavori part-time. Al momento dello scarico, i dati non sono disponibili per tutti gli stati europei.
FONTE: elaborazione openpolis su dati Eurostat.
(ultimo aggiornamento: lunedì 3 Ottobre 2022)