A livello nazionale, possiamo osservare che dal 2009 al 2021 si è registrato un lento ma costante aumento del numero di residenti in rapporto al numero di medici di medicina generale operanti sul territorio. Si è passati infatti da 1.129 potenziali pazienti per ogni medico nel 2009 ai 1.295 del 2021. Questo tendenzialmente significa che ogni medico generico sarà sottoposto a un carico di lavoro maggiore ed avrà meno tempo per potersi dedicare ad ogni singolo paziente.
Analizzando i dati a livello regionale per quanto riguarda il 2021, possiamo osservare che le situazioni più critiche sono presenti nella provincia autonoma di Bolzano (1.560,46 residenti per ogni medico generico), in Lombardia (1.513,78) e in Calabria (1.498,98). Mentre i rapporti più favorevoli si trovano in Umbria (1.063,39), Molise (1.076,45) e Sicilia (1.093,12). È interessante notare che la Lombardia fa registrare un rapporto molto elevato nonostante sia la regione in cui è presente, in termini assoluti, il maggior numero di medici (5.774). Seguono in questo caso Lazio (4.244) e Sicilia (3.871).
Un ultimo elemento che vale la pena sottolineare riguarda il fatto che in tutte le regioni italiane nel 2021 si registrava una significativa maggioranza di medici uomini rispetto alle donne. Con ben 7 regioni (Campania, Molise, Puglia, Calabria, Sicilia, Basilicata e Marche) che si trovano sopra la media nazionale (62,4%). Anche nelle regioni dove il rapporto tra uomini e donne è più equilibrato (Piemonte, Sardegna e Valle d’Aosta) si registra comunque una leggera predominanza maschile.
I dati sono tratti dall’annuario statistico del Servizio sanitario nazionale relativo al 2021.
FONTE: elaborazione openpolis su dati ministero della salute.
(ultimo aggiornamento: giovedì 23 Marzo 2023)