In Spagna e Grecia più della metà dei residenti di nazionalità straniera è a rischio di povertà o esclusione sociale (rispettivamente il 54% e il 52,5%). L’Italia è terza da questo punto di vista (44,3%). Agli ultimi posti si trovano invece alcuni paesi dell’Europa centrale, in particole la Repubblica Ceca, dove questa cifra si attesta al 7,7%. Mentre il divario maggiore rispetto agli autoctoni lo registra la Svezia dove, a fronte del 14,2% tra i cittadini svedesi, il rischio povertà ed esclusione sociale sale al 43,8% tra gli stranieri.
Con “a rischio povertà o esclusione sociale” Eurostat indica le persone con un reddito inferiore al 60% del reddito mediano (a rischio povertà), in condizioni di grave deprivazione materiale o sociale (un indicatore articolato che misura la capacità di una persona di permettersi alcune cose non essenziali alla sopravvivenza ma necessarie per condurre una vita minimamente dignitosa) e che vivono in nuclei familiari in cui l’intensità lavorativa è molto bassa. I dati sono riferiti esclusivamente alla popolazione maggiorenne e, nel caso degli stranieri, tengono conto soltanto della popolazione regolarmente residente (escludendo quindi le persone sprovviste di permesso di soggiorno). Non sono disponibili i dati della Romania.
FONTE: elaborazione openpolis su dati Eurostat
(ultimo aggiornamento: martedì 24 Maggio 2022)