In 4 regioni (Friuli-Venezia Giulia, Liguria, Piemonte e Valle d’Aosta) tutti gli edifici scolastici delle aree periferiche con carenze infrastrutturali, risultano almeno potenzialmente collegate con mezzi alternativi all’auto. Un dato che ovviamente da solo non basta a garantire il rispetto di opportunità educative eque per i ragazzi di questi territori, ma che è comunque un indicatore sulla capillarità del servizio.
All’estremo opposto, in Puglia, Calabria, Emilia-Romagna, Campania e Umbria meno dell’85% delle scuole in aree periferiche con infrastrutture carenti risulta potenzialmente raggiungibile con mezzi diversi da quello privato.
Anche in questo caso, ciò non è sufficiente a dare una misura esatta del disagio. Andrebbero infatti considerati aspetti su cui spesso i dati sono carenti o assenti in forma strutturata, come la frequenza dei collegamenti, l’ampiezza dei mezzi a disposizione, la qualità del servizio.
Allo stesso tempo, questi dati ci ricordano quanto la questione dei trasporti e dei collegamenti sia centrale nell’accesso ai servizi e nelle politiche di contrasto della povertà educativa.
Dati non disponibili per il Trentino Alto Adige. I dati, pubblicati sul portale open data del ministero dell’istruzione, sono forniti dagli enti locali proprietari o gestori degli edifici adibiti ad uso scolastico.
FONTE: elaborazione openpolis – Con i Bambini su dati Mim
(pubblicati: martedì 12 Settembre 2023)