In media in Abruzzo la soglia del 33% è raggiunta in 55 comuni su 305, ovvero il 17,7% del totale. Un dato inferiore rispetto a quello medio nazionale (23,6%) e che varia tra le diverse province.
All’Aquila e Pescara l’offerta appare maggiormente concentrata: solo il 13% dei comuni di queste province presenta infatti un’offerta di posti nido superiore alla soglia europea. Tra questi uno dei due capoluoghi: Pescara – con 35,2 posti ogni 100 bambini. Mentre nel comune dell’Aquila i posti offerti sono 27 ogni 100 minori, una quota comunque superiore rispetto alla media regionale e in linea con quella nazionale. Tuttavia, al di fuori del capoluogo, solo poco più della metà degli abitanti vive in un comune dove il servizio è presente. Un dato da ricollegare alle estese aree interne, in cui è spesso più difficile istituire il servizio, e al progressivo spopolamento da parte delle famiglie più giovani.
Al contrario, il servizio appare maggiormente diffuso nel chietino e nel teramano. In entrambi i territori, oltre 1 comune su 5 presenta un’offerta di servizi prima infanzia superiore al 33%. Tra questi, Vasto (33,2%) e Lanciano (35,2%) in provincia di Chieti, ma anche Castellalto (38,9%) in quella di Teramo. Più indietro, anche se comunque al di sopra del 20%, l’offerta di nidi nei due capoluoghi: Teramo (24,4%) e Chieti (20,3%).
Il dato presentato somma l’offerta di posti sia negli asili nido sia nei servizi integrativi per la prima infanzia.
FONTE: elaborazione openpolis per Osservatorio Abruzzo su dati Istat
(ultimo aggiornamento: martedì 6 Luglio 2021)