A livello di singolo paese, sia direttamente (canale bilaterale) che tramite le organizzazioni internazionali finanziate (canale multilaterale), sono gli Stati Uniti a fornire l’apporto più significativo, con oltre 5 miliardi di dollari. La maggior parte di questi fondi sono stati destinati da Washington all’acquisto di vaccini, mentre il rimanente a politiche comunque legate all’aspetto più strettamente sanitario. Al secondo posto il Giappone con 3,8 miliardi di dollari destinati alla lotta al Covid-19. Diversamente dagli Usa però la maggior parte di queste risorse sono andate a finanziare progetti che, pur avendo come obiettivo la lotta alla pandemia, non riguardano strettamente l’ambito sanitario. Solo una parte minoritaria di questi fondi poi è stato utilizzato per i vaccini. Discorso simile per la Germania, al terzo posto con 3 miliardi. In questo caso la quota di risorse destinate all’ambito sanitario e in particolare ai vaccini è stata più consistente. Seguono Canada (1,5 miliardi), Francia (1 miliardo), Regno Unito (756 milioni) e poi Italia che con 668 milioni di dollari rappresenta comunque il settimo donatore tra i paesi Dac per contributi erogati per la lotta al Covid in valori assoluti.
Gli importi sono calcolati con il metodo “net disbursements” e sono espressi in dollari a prezzi correnti. I valori relativi al totale dell’Aps destinato alla lotta alla pandemia è suddiviso tra aiuti a carattere non strettamente sanitario, aiuti a carattere sanitario diversi dai vaccini e donazione di vaccini.
FONTE: elaborazione openpolis su dati Ocse
(ultimo aggiornamento: giovedì 15 Dicembre 2022)