Le stime presentate si basano su dati precedenti all’emergere della crisi pandemica e non vanno quindi interpretate come previsioni affidabili per i prossimi anni. Ciò che si vuole mettere in evidenza è piuttosto lo scarso impegno che il governo intendeva porre sul tema della cooperazione, quantomeno fino a dicembre 2019.
Nel 2019 la spesa per i rifugiati nel paese donatore indicata in sede previsionale è risultata sovrastimata del 76,23%. Anche per il 2020 il ministero dell’interno ha previsto una spesa decisamente alta per i rifugiati nel paese donatore. Supponendo che il numero di arrivi di richiedenti asilo nei prossimi anni rimanga in linea con le tendenze più recenti è ragionevole ipotizzare che anche gli importi previsti per i rifugiati nel paese donatore per gli anni 2020-2022 risulteranno ridimensionati per la stessa quota.
I dati presentati nella tabella sulla cooperazione allegata al bilancio finanziario 2019-2021 sovrastimavano in modo evidente la spesa che avrebbe sostenuto per la cooperazione il ministero dell’interno. Confrontando questi importi con le cifre indicate alcuni mesi dal ministero degli affari esteri è in effetti emersa una riduzione degli importi destinati ai rifugiati nel paese donatore (in capo al ministero dell’interno) pari al 76,23%. Su questa base sono state formulate delle stime per gli anni successivi che tuttavia non considerano i radicali cambiamenti intercorsi a causa della crisi sanitaria.