I dati previsionali indicati dal ministero dell’interno in occasione della legge di bilancio sono apparsi fin da subito sproporzionati. Si tratta degli importi che l’Italia rendiconta all’interno dell’aiuto pubblico allo sviluppo (Aps) come “spesa per i rifugiati nel paese donatore”. Per il 2019 era indicato un importo superiore a quello effettivamente sostenuto nel 2017, anno in cui questa componente dell’aiuto pubblico allo sviluppo ha raggiunto il suo massimo (1,60 miliardi di euro).
Quando ad aprile l’Ocse ha rilasciato i dati preliminari infatti ha indicato importi molto simili a quelli previsti nella legge di bilancio, ma non per la componente relativa ai rifugiati che risulta fortemente ridimensionata.
Anche in questo caso tuttavia si tratta di un importo piuttosto elevato. Infatti i dati che ci sono stati forniti dal ministero degli esteri ad agosto riducono ancora questa componente dell’Aps.
Ogni anno, allegata alla legge di bilancio, si trova una tabella nella quale sono indicate le spese previste da ciascun ministero in ambito di aiuto pubblico allo sviluppo.
Ad aprile invece l’Ocse rilascia i dati preliminari sull’aiuto pubblico allo sviluppo dell’anno precedente. Quest’anno tuttavia ai dati relativi all’Italia era aggiunta una nota. Qui le cifre relative al nostro paese erano indicate come una stima del segretariato Ocse Dac.
Ad agosto, grazie a una proficua interlocuzione con il ministero degli esteri, ci è stato fornito un nuovo set di dati, aggiornati a luglio 2020 (se pur indicati come in attesa di validazione finale Ocse), che risultano piuttosto diversi da quelli presentati dall’Ocse ad aprile.
FONTE: Ministero dell'economia e delle finanze, Ocse, Ministero degli affari esteri e della cooperazione
(ultimo aggiornamento: venerdì 21 Agosto 2020)