Al netto dei cambi di gruppo registrati all’inizio della legislatura, che possiamo definire in un certo senso come “tecnici” e che hanno riguardato in particolare la creazione in deroga del gruppo di Alleanza Verdi-Sinistra alla camera e Noi moderati, sia a Montecitorio che a Palazzo Madama, è interessante valutare com’è cambiato il peso delle diverse formazioni fra entrate e uscite. In generale la coalizione di governo è uscita rafforzata dai cambi di gruppo. Sono 9 infatti i parlamentari passati dall’opposizione alla maggioranza mentre soltanto 2 hanno fatto il percorso inverso. Sempre due sono i parlamentari che hanno cambiato appartenenza ma rimanendo all’interno del perimetro della maggioranza. Prendendo in considerazione i partiti maggiori che hanno una rappresentanza autonoma in entrambe le camere possiamo osservare che Fratelli d’Italia, Partito democratico e Lega hanno perso un componente mentre il Movimento 5 stelle ne ha persi 4. I maggiori beneficiari del fenomeno nell’attuale legislatura sono stati i gruppi di Forza Italia che, tra camera e senato, hanno guadagnato 7 rappresentanti. Questo è un elemento molto interessante considerando che la prassi prevede un cambio nella composizione delle commissioni a metà della legislatura. Questo potrebbe comportare una modifica degli equilibri interni all’attuale maggioranza.
La rottura dell’alleanza tra Azione e Italia viva ha comportato una riorganizzazione dei gruppi parlamentari. A palazzo Madama, la soluzione trovata è stata che il gruppo precedentemente denominato Azione–Italia Viva–Renew Europe ha assunto la denominazione Italia Viva–Il Centro–Renew Europe. I senatori di Azione invece sono stati “costretti” a trasferirsi nel misto, non avendo i numeri per istituire un nuovo gruppo. Qui, è stata autorizzata la nascita di una componente autonoma. Alla camera invece la giunta per il regolamento ha autorizzato la creazione in deroga di due realtà indipendenti. Formalmente il “vecchio” gruppo lo ha ereditato Azione e ha assunto la denominazione Azione–Popolari europeisti riformatori–Renew Europe. Gli esponenti renziani si sono invece spostati in una nuova formazione che ha adottato lo stesso nome di quella del senato. In base alla denominazione del gruppo si può quindi capire la fase temporale a cui sono associati i cambi.
FONTE: elaborazione e dati Openpolis
(ultimo aggiornamento: martedì 1 Aprile 2025)