Nella classifica dei paesi europei per quota di aiuto gonfiato sul totale dell’aiuto pubblico allo sviluppo l’Italia risulta seconda, superata solo dal Malta. La quasi totalità dell’aiuto gonfiato italiano è costituita dalle spese per i rifugiati nel paese donatore che, nonostante il calo dei flussi negli ultimi anni, nel 2018 ammontavano ancora a quasi il 23% di tutto l’aps italiano. Questa voce di spesa risulta prevalente nell’aiuto gonfiato per quasi tutti i paesi europei a parte alcuni casi come la Polonia, la Slovenia e l’Austria in cui a prevalere sono le spese per la la formazione degli studenti stranieri nel paese donatore. Complessivamente l’aiuto gonfiato dei paesi europei si è ridotto nel 2018 rispetto all’anno precedente. Un dato apparentemente positivo che però ha comportato anche un calo complessivo dei fondi destinati alla cooperazione.
Da diversi anni Concord, un network che riunisce oltre 2.600 Ong europee, pubblica il rapporto AidWatch in cui viene analizzata la quantità e la qualità dell’aiuto pubblico allo sviluppo (aps) delle istituzioni europee e degli stati membri dell’Unione. L’aps per definizione prevede che flussi di risorse raggiungano paesi inseriti nella lista ufficiale dei riceventi. Tuttavia nel totale vengono conteggiati anche soldi che in realtà non escono dal paese donatore, oppure soldi che provengono da operazioni di anni precedenti, e che dunque non sono realmente addizionali. Si tratta di quello che il rapporto definisce aiuto gonfiato.
Leggi l’approfondimento “Che cosa si intende per aiuto genuino e aiuto gonfiato“
FONTE: AidWatch Report 2019
(ultimo aggiornamento: venerdì 22 Novembre 2019)