Ad oggi sono 32 le aziende ospedaliere o sanitarie che al proprio vertice hanno un commissario straordinario distribuite in 11 regioni italiane. A queste bisogna poi aggiungere due realtà calabresi dove è in carica un direttore generale facente funzioni ma solo perché il commissario si è dimesso e non è ancora stato nominato il suo successore. A parte la Calabria in altre due regioni tutte le aziende sanitarie risultano commissariate: la Valle d’Aosta e l’Umbria. La Valle d’Aosta tuttavia è un caso particolare visto che in questa regione esiste una sola azienda sanitaria. In Umbria invece i nuovi commissari sono entrati in carica a luglio e dovrebbero mantenere l’incarico fino alla fine dell’anno con lo scopo di dare il tempo alla regione di riorganizzare la sanità regionale nel suo complesso.
Il direttore generale è l’organo monocratico di rappresentanza legale e di governo sia delle aziende sanitarie locali che delle aziende ospedaliere. Talvolta tuttavia il direttore generale può essere rimosso prima del tempo oppure può dimettersi per ragioni proprie. In questi casi norme nazionali o regionali stabiliscono la possibilità che al suo posto la regione nomini, in via temporanea, un commissario straordinario. In alternativa, in situazioni specifiche, le regioni possono decidere di nominare il direttore amministrativo o il direttore straordinario quale direttore generale facente funzioni (FF) per il tempo strettamente necessario.
Infine, come nel caso di due aziende calabresi, strutture di questo tipo possono essere commissariate per decreto del ministro dell’interno a causa di infiltrazioni della criminalità organizzata.
FONTE: Openpolis
(ultimo aggiornamento: venerdì 27 Novembre 2020)