Nel 2010 la voce “rifugiati nel paese donatore” rappresentava appena lo 0,12% dell’intero aiuto pubblico allo sviluppo italiano. Negli anni ha acquisito una progressiva importanza, passando dal 9% del 2012 al 32,7% del 2016. Successivamente la quota relativa ai rifugiati nel paese donatore è tornata a scendere, passando dal 30,8% del 2017 al 5,5% del 2020, secondo i dati preliminari forniti da Ocse. Si tratta di numeri influenzati dall’evidente riduzione degli sbarchi di richiedenti asilo e migranti sulle coste italiane.
La voce “Aiuto pubblico bilaterale” mostra il flusso diretto di risorse che va da fonti istituzionali del paese donatore direttamente al paese ricevente, escluse le somme riferite alla voce “rifugiati nel paese donatore“. Quest’ultima rappresenta uno specifico capitolo di spesa all’interno della rendicontazione ufficiale sull’uso dei fondi di Aps. Si tratta della componente principale di quello che è noto come aiuto gonfiato. La voce “Aiuto multilaterale” è invece il flusso di risorse che il paese donatore destina ad organizzazioni internazionali specializzate in cooperazione per svolgere attività volte a promuovere lo sviluppo. I dati Ocse utilizzati sono quelli preliminari 2020 e seguono la metodologia “Grant equivalents”.
FONTE: elaborazione openpolis su dati Ocse
(ultimo aggiornamento: martedì 2 Novembre 2021)