Considerate complessivamente le donne che ricoprono ruoli di vertice nelle aziende sanitarie o ospedaliere sono poco meno di 1/3. Sono 2 le regioni in cui il numero di donne che ricoprono un incarico di vertice nelle aziende sanitarie eguaglia o supera il numero di uomini. La Toscana con il 52,4% e il Lazio, con il 50% esatto. Altre 3 regioni poi superano o raggiungono la soglia importante del 40%: Emilia-Romagna (45,7%), Piemonte (41,2%) e Liguria (40%). Meno del 30% inoltre raggiungono regioni importanti come ad esempio la Lombardia (28,7%). Ma i dati più bassi sono raggiunti da Sicilia (16%), Puglia (13%), Friuli-Venezia Giulia (11,1%) e Valle d’Aosta e Abruzzo in cui non risultano donne al vertice di queste strutture. È bene specificare tuttavia che non tutte le regioni hanno lo stesso numero di aziende sanitarie e quindi di dirigenti. Così se è pur importante rilevare come in alcune regioni non vi siano donne a ricoprire incarichi di vertice è anche vero che in Valle d’Aosta si trova una sola azienda sanitaria e in Abruzzo 4.
Il direttore generale è l’organo monocratico di rappresentanza legale e di governo sia delle aziende sanitarie locali (Asl) che delle aziende ospedaliere (Ao). In alcuni casi previsti da norme nazionali e regionali al posto del direttore generale può essere temporaneamente nominato un commissario. Oltre a questi è sempre prevista la presenza del direttore sanitario e del direttore amministrativo. In alcuni casi strutture di questo tipo possono avere anche un presidente, un direttore scientifico o un direttore socio-sanitario. Non si tratta però di profili presenti in tutte le Asl e le Ao, e dunque non sono stati inclusi in questa analisi. Inoltre in ragione dei recenti provvedimenti (legge regionale 19/2022) con cui la regione Marche ha inteso riorganizzare l’intero assetto del suo sistema sanitario, i dati riferiti a questa regione stati esclusi dall’analisi.
FONTE: openpolis
(ultimo aggiornamento: domenica 1 Gennaio 2023)