Le parole chiave nei discorsi di fine anno dei presidenti della repubblica

Le tre parole che ricorrono più di frequente in ciascuno dei discorsi di fine anno dei presidenti della repubblica (1940-2023)

La parola più utilizzata nell’ultimo discorso di fine anno di Mattarella è stata indubbiamente “pace“. In tutta la prima parte del suo intervento infatti il capo dello stato ha affrontato il tema dei conflitti che stanno sconvolgendo molte parti del monto, con specifici riferimenti ai conflitto in Ucraina e nella striscia di Gazza. Al secondo posto il termine “violenza” che, intesa come azione organizzata, rappresenta proprio l’assenza di pace ma che intesa in termini più individuali ci interroga sul nostro vivere civile. Un termine che il presidente ha declinato in vari modi, riferendolo però nel modo più esplicito alla violenza di genere. D’altronde anche la parola “donne” rappresenta una delle più usate dal presidente, anche se al terzo posto troviamo un termine diverso, ovvero “libertà“. Un concetto che, come rispetto della libertà altrui, rappresenta forse la chiave indicata dal presidente per evitare il ricorso alla violenza e promuovere una cultura di pace, sia nelle vicende politiche che personali.

Pur non essendo previsto né dalla costituzione né da altre norme il messaggio di fine anno è diventato negli anni una prassi irrinunciabile, iniziata nel 1949 e mai interrotta. Dal conteggio sono escluse parole quali: Italia, italiani, cittadini, concittadini o anno.

FONTE: elaborazione openpolis su dati Quirinale
(consultati: martedì 2 Gennaio 2024)

PROSSIMO POST