I documenti di programmazione strategica definiscono il settore sanitario della cooperazione come uno di quelli più importanti per il nostro paese. La quota di aiuto bilaterale destinata dall’Italia a progetti su sanità e salute è passata dal 2% del 2016 al 5,1% del 2017, superando la media dei paesi Ocse Dac. In questa classifica l’Italia risulta dodicesima tra i 29 paesi donatori del comitato Dac per l’impegno relativo nel settore sanitario della cooperazione. Un dato positivo ma ancora molto distante da quello di paesi, come il Regno Unito o la Corea, che fanno della salute una vera priorità della loro politica di cooperazione.
Recentemente, durante la presentazione della peer review della cooperazione italiana a Parigi, la vice-ministra degli esteri Emanuela Del Re ha sottolineato l’importanza del settore sanitario nei progetti di cooperazione, affermando che si tratta di una delle priorità delle politiche italiane di sviluppo.
Sulla base del Creditor reporting system (Crs), i fondi impegnati dai paesi Ocse Dac nel settore sanitario (in dollari a prezzi correnti) sono messi in rapporto al totale dei fondi impegnati sul canale bilaterale. Attraverso questo indicatore possiamo osservare l’impegno relativo di ciascun paese sul settore sanitario.
FONTE: Ocse
(ultimo aggiornamento: lunedì 21 Ottobre 2019)