Coerentemente con gli obiettivi stabiliti in sede Ocse l’Italia ha considerevolmente ridotto la quota “legata” del proprio aiuto pubblico allo sviluppo rispetto al quinquennio precedente. Tra il 2009 e il 2011 infatti la parte “legata” dell’aiuto italiano si aggirava intorno al 40% mentre, a partire dal 2012, questa componente non ha più superato il 16%. Nel 2015 l’aiuto legato si era addirittura ridotto all’1% per poi tornare a crescere nel 2017 (8,2%), un momento in cui gli aiuti complessivi forniti dal nostro paese sono però stati considerevolmente più alti degli anni precedenti.
L’Ocse definisce aiuto legato quei fondi destinati alla cooperazione messi a disposizione con il vincolo che vengano usati per acquistare beni o servizi dal donatore stesso. Prima attraverso i principi di efficacia di Parigi (2003) e poi con l’Accra Agenda for Action (2008), i membri del comitato Ocse Dac hanno concordato la necessità di slegare l’aiuto destinato ad alcuni gruppi di stati, a partire dai paesi meno sviluppati (Ldcs, Hipcs, Olics e altri).
Gli importi indicati riguardano i fondi impegnati del canale bilaterale, da cui sono esclusi i costi amministrativi e le spese per i rifugiati nei paesi donatori.
Approfondici il tema sul sito di Ocse.
FONTE: Ocse - Aid (Oda) tying status
(ultimo aggiornamento: giovedì 7 Novembre 2019)