In totale, nel 2020, nel mondo c’erano circa 92 milioni di profughi, il 56% dei quali erano sfollati interni. Negli anni, è aumentato il numero degli sfollati, sia in numeri assoluti che in proporzione rispetto al totale, mentre sono diminuiti, in proporzione, gli apolidi e i rifugiati (anche se, in numeri assoluti, sono comunque aumentati). A partire dal 2017, una porzione significativa dei profughi a livello mondiale era costituita da sfollati venezuelani, i quali anche sono andati aumentando negli anni.
I dati si riferiscono alla fine dell’anno. Come è riportato nel glossario di Unhcr, riguardo ai “rifugiati” l’Unhcr fa riferimento alla Convenzione di Ginevra sullo status dei rifugiati del 1951, mentre con “richiedenti asilo (casi pendenti)” intende i casi di persone che hanno inoltrato una domanda di asilo che non ha però ancora avuto un esito definitivo. Gli “sfollati interni” sono le persone che hanno lasciato la propria abitazione ma non il proprio paese, che diventano “sfollati interni di ritorno” quando rientrano nella propria residenza. Sono “apolidi” le persone che non hanno la nazionalità di alcun paese, mentre le “altre persone a rischio” sono individui che non rientrano in nessuna di queste categorie ma che l’Unhcr ritiene abbiano comunque bisogno di protezione. L’Unhcr utilizza poi una categoria a parte per gli sfollati venezuelani all’estero, ovvero tutte le persone di origine venezuelana che potrebbero necessitare la protezione internazionale secondo i criteri contenuti nella dichiarazione di Cartagena ma che non hanno inoltrato una richiesta di asilo nel paese in cui si trovano.
FONTE: elaborazione openpolis su dati Unhcr
(ultimo aggiornamento: martedì 28 Settembre 2021)