Nei comuni con più squilibrio di genere nell’occupazione ci sono meno nidi

Posti in asili nido e servizi prima infanzia per 100 residenti 0-2 anni rispetto al rapporto tra occupazione maschile e femminile (2022)

Tendenzialmente, l’occupazione femminile va di pari passo con l’offerta di servizi per la prima infanzia, e viceversa. Una relazione che probabilmente va letta in entrambe le direzioni: se più donne lavorano è maggiore la pressione per offrire i servizi e allo stesso una maggiore offerta di servizi rappresenta un supporto all’occupazione soprattutto femminile. Così nei comuni dove il tasso di occupazione di donne e uomini è più paritario, l’offerta di nidi e servizi prima infanzia raggiunge i 40 posti ogni 100 bambini. Dieci punti al di sopra della media nazionale (30%). Nei territori dove il rapporto tra tasso di occupazione maschile è tra 1,2 e 1,5 volte superiore rispetto a quello femminile, l’offerta scende al 26%. Dove gli uomini lavorano tra 1,5 e 2 volte in più delle donne, i posti nido calano a 12 ogni 100 bambini; e addirittura a 7 posti ogni 100 minori dove il tasso di occupazione maschile è doppio o più che doppio di quello femminile.

Tutti i comuni italiani sono stati suddivisi in fasce in base al rapporto tra occupazione maschile e occupazione femminile. Per ciascuna fascia è stata calcolata l’offerta di asili nido e servizi per la prima infanzia rispetto ai residenti 0-2 anni in quei territori.

FONTE: elaborazione openpolis - Con i Bambini su dati Istat
(ultimo aggiornamento: sabato 1 Gennaio 2022)

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