Tendenzialmente, le zone con meno servizi per l’infanzia riportano valori minori per occupazione femminile e viceversa. Queste sono dinamiche che in qualche modo si autoalimentano creando un circolo vizioso.
La mancanza di nidi limita la possibilità di lavorare per le donne con figli ma cambia anche la percezione della necessità di tali infrastrutture, che in questi territorio è spesso inferiore. Tutto ciò crea un disincentivo alla partecipazione femminile al mondo del lavoro.
Sono in tutto 48 le province italiane in cui oltre il 70% delle donne con un’età compresa tra i 25 e i 49 anni risultano occupate. Di queste, 38 registrano una quota di posti negli asili nido superiore alla media nazionale (pari al 28%). 12 riportano una copertura di asili superiore al 40%, si tratta di Trento, Biella, Bologna, Aosta, Firenze, Reggio nell’Emilia, Forlì-Cesena, Siena, Trieste, Ferrara, Ravenna, Perugia.
Si tratta esclusivamente di territori del centro-nord del paese. Risulta infatti evidente il divario con il mezzogiorno, la macroarea in cui sono presenti sia meno posti che minori tassi di occupazione.
Il dato sul tasso di occupazione femminile si riferisce alle donne di età compresa tra 35 e 44 anni occupate nel 2022. Quello sull’offerta di asili nido e servizi per la prima infanzia è relativo all’anno educativo 2021/22.
FONTE: elaborazione openpolis - Con i Bambini su dati Istat
(consultati: martedì 27 Febbraio 2024)