Nella XIX legislatura diminuiscono le assenze ma aumentano le “missioni”

I dati su presenze, assenze e missioni delle ultime 4 legislature (2008-2024)

Nell’attuale legislatura il dato medio di partecipazione alle votazioni elettroniche si attesta al 70,9%. Questo valore risulta essere inferiore di 1,7 punti percentuali rispetto alla precedente legislatura e addirittura di 7,3 rispetto alla XVI (2008-2013) mentre risulta più alto rispetto al quinquennio 2013-2018 in cui la percentuale si attestava intorno al 67,9%. Occorre specificare che non sempre la mancata partecipazione alle votazioni possa essere considerata un’assenza. Spesso infatti deputati e senatori non votano perché impegnati in altri compiti istituzionali, all’interno del governo o delle stesse camere. Quando ciò avviene, il parlamentare viene considerato in missione: di fatto non è presente in aula ma formalmente non può essere considerato assente. È quindi molto interessante andare a valutare anche la percentuale di assenze non dovute a missioni. In questo caso, possiamo osservare che negli ultimi 24 mesi la percentuale si attesta intorno al 14,4%. Dato che risulta essere il più basso nel periodo considerato. Di converso invece la percentuale di missioni risulta essere la più alta (14,7%). Questa dinamica è probabilmente da attribuire alla riduzione del numero di parlamentari. Il passaggio da 945 deputati e senatori a 600 infatti ha comportato una redistribuzione dei vari in carichi su una platea molto più ristretta, di conseguenza le assenze dovute ad altri impegni istituzionali incidono molto di più rispetto a prima. A questo poi possono aggiungersi anche veri e propri casi di assenteismo. Nell’attuale legislatura ad esempio possiamo osservare che ci sono ben 17 parlamentari che fanno registrare una percentuale di assenze non dovute a missioni comprese tra il 50% e il 100%. Tra questo peraltro si trovano anche di esponenti politici di primo piano come i leader del Partito democratico Elly Schlein (74,2%) e del Movimento 5 stelle Giuseppe Conte (72,5%). Le assenze dovute ad altri impegni, che siano di carattere istituzionale o politico, sono comprensibili e devono essere considerate fisiologiche. Tuttavia queste dinamiche legate alla riduzione del numero dei parlamentari di fatto vanno ad inficiare sull’operatività del parlamento. Senza dimenticare poi che i regolamenti di camera e senato prevedono esplicitamente l’obbligo di partecipare ai lavori. A questo poi si deve aggiungere il fatto che l’istituto delle missioni risulta tutt’ora poco trasparente. Non esiste un registro ufficiale in cui è possibile stabilire la motivazione reale dell’assenza. Risulta quindi impossibile valutare in maniera accurata se questo strumento venga utilizzato in maniera consona o se in alcuni casi possano esserci degli abusi.

È possibile ricavare i dati sulle presenze dei parlamentari dai risultati delle votazioni elettroniche. Occorre tenere presente che la qualità del lavoro di un parlamentare non si misura solamente con la percentuale più o meno alta di partecipazione alle votazioni. D’altra parte la partecipazione alle attività di camera e senato è un dovere per gli eletti stabilità dai regolamenti parlamentari. Quando un parlamentare non può partecipare ai lavori dell’aula perché impegnato ad altre attività istituzionali viene considerato come “in missione”. In questo caso la sua assenza non inficia sul raggiungimento del numero legale per la validità dell’assemblea e non ci sono ripercussioni a livello economico. Tuttavia l’utilizzo di questo istituto si caratterizza per una grave mancanza di trasparenza. Clicca qui per approfondire.

FONTE: elaborazione e dati openpolis
(ultimo aggiornamento: giovedì 10 Ottobre 2024)

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