A livello locale, è nei comuni polo – baricentrici in termini di servizi – che vengono attivati più spesso partenariati con la finalità di contrastare la povertà educativa. In queste città li ha attuati nel corso del 2022 il 19,3% dei musei, a fronte dell’8,8% nei comuni cintura, hinterland delle città maggiori, del 7,5% in quelli periferici e del 3,1% in quelli ultraperiferici. Comuni, spesso di piccole dimensioni, che distano anche più di un’ora dalle città polo. In media nelle aree interne – i comuni a oltre 27,7 minuti dai poli – il 7,7% dei musei ha attivato progetti per l’inclusione di persone in povertà economica o educativa. In quelle periferiche e ultraperiferiche – a oltre 40 minuti dai poli – la quota scende al 6,5%.
I dati presentati derivano dall’indagine sui musei e gli istituti similari effettuata da Istat. Sono stati messi in relazione con il numero di residenti tra 0 e 17 anni nel 2022.
Il colore di ciascun comune varia in base alla percentuale di musei presenti sul territorio che nel 2022 hanno attuato collaborazioni/partenariati con altri soggetti (come associazioni, enti, cooperative, scuole, università etc.) per realizzare progetti di inclusione rivolti a soggetti che vivono in povertà economica, educativa o culturale. Più è scuro, maggiore la quota di chi ha attivato tali progetti.
Ogni punto rappresenta un bene culturale o naturale Unesco, la cui dimensione varia in base agli ettari del sito. I siti aventi localizzazione diffusa o più localizzazioni sono stati mappati in un’unica posizione.
I confini in rosso identificano i comuni di area periferica (ad almeno 40 minuti dal polo più vicino) o ultraperiferica (ad almeno 66,9 dal polo più vicino).
FONTE: elaborazione openpolis – Con i Bambini su dati Istat, Unesco e Mic
(pubblicati: lunedì 26 Febbraio 2024)