Nelle ultime legislature il 76% delle leggi proviene dal governo

Ogni governo è legato fortemente alla propria maggioranza parlamentare. Che le coalizioni nate a sostegno dei vari esecutivi siano spinte a dare la priorità alle iniziative legislative finalizzate alla realizzazione del programma di governo è abbastanza fisiologico. Negli ultimi anni però l’iniziativa legislativa del governo è stata sempre più preponderante rispetto a quella del parlamento, per non parlare di quella degli altri soggetti dotati di iniziativa parlamentare. Considerando le ultime 4 legislature infatti possiamo osservare che delle 1.190 leggi approvate ben 904 sono di iniziativa dell’esecutivo, pari al 76% del totale (tendenzialmente si tratta delle leggi di bilancio e delle conversioni dei decreti legge). Complessivamente invece le leggi di iniziativa dei senatori e dei deputati sono meno di un quarto. Soffermandoci sui singoli governi in carica nel periodo considerato possiamo osservare che, a livello percentuale, la sproporzione maggiore si è registrata con il governo Letta (89%). Seguono i governi Conte II (85%) e Draghi (80,3%). L’attuale esecutivo di colloca al sesto posto con una percentuale pari al 70,7% circa. In valori assoluti invece il maggior numero di leggi di iniziativa governativa entrate in vigore appartiene all’esecutivo Berlusconi IV (217). Seguono i governi Renzi (195) e Draghi (118). Ovviamente su questo valore incide anche la durata più o meno lunga del periodo in cui i vari esecutivi sono rimasti in carica.

Le leggi di iniziativa governativa sono state attribuite all’esecutivo in carica al momento dell’entrata in vigore della legge. Questo perché alcuni Ddl possono anche essere stati presentati da governi precedenti ma poi portati avanti anche grazie alla volontà politica dei successori. Nel grafico sono rappresentate solo le leggi di iniziativa governativa e parlamentare perché in tutti gli altri casi si tratta di valori pari a 0 o comunque marginali.