Negli anni la quota di membri che avevano avuto precedenti incarichi politici nazionali nel Csm è variata molto. Dopo un’iniziale crescita durante gli anni ’60, nel periodo del compromesso storico la presenza di politici nazionali nel plenum crolla al 3%. Poi risale alla fine degli anni ’80 (13%), per calare di nuovo nel post-tangentopoli (1994-2002). Dagli anni 2000, con lo scontro parallelo tra centrosinistra e centrodestra, sul piano politico e giudiziario, torna a crescere la quota di ex politici nazionali nel plenum. Nella scorsa consiliatura (2014-18) si è raggiunto il picco massimo dagli anni ’60: 29% dei membri elettivi del Csm era stato in precedenza parlamentare o membro del governo.
Il grafico include solo chi prima dell’elezione al Csm era già stato parlamentare o membro del governo nazionale.
Tra i parlamentari sono inclusi deputati, senatori, parlamentari europei, membri dell’assemblea costituente e della camera dei deputati pre-repubblicana. Tra i membri del governo sono considerati ministri, viceministri e sottosegretari. Il dato è calcolato considerando i membri elettivi all’insediamento dell’organo.
FONTE: elaborazione e dati openpolis
(ultimo aggiornamento: venerdì 5 Giugno 2020)