Per oltre 70mila bambini e ragazzi con disabilità, fare didattica a distanza nei mesi del primo lockdown è risultato impossibile. Per quali motivi? Generalmente soprattutto per la gravità della propria patologia (27% dei casi). In un caso su 5, sono state citate difficoltà da parte dei familiari di collaborare nell’attivazione della didattica a distanza. In oltre uno su 6 il motivo è un disagio socio-economico della famiglia, che quindi si va a sommare a una situazione di disabilità. Da notare come nel 6% dei casi sia citata un’incompatibilità tra il proprio piano educativo per l’inclusione (Pei) e le modalità previste dalla didattica a distanza. Una situazione che, insieme alle altre, mette bene il luce come le difficoltà di questa fase, pur presenti per tutti i bambini e ragazzi, siano state ancora più gravi per gli alunni con disabilità.
I motivi più frequenti, presentati nell’elaborazione, sono i seguenti:
- presenza di una patologia grave dell’alunno;
- difficoltà dei familiari a collaborare nell’attivazione della didattica a distanza;
- disagio socio-economico;
- difficoltà di adattare il proprio piano educativo per l’inclusione (Pei) alle modalità previste dalla didattica a distanza;
- mancanza di strumenti tecnologici;
- mancanza di ausili didattici specifici.
FONTE: elaborazione openpolis - Con i Bambini su dati Istat
(ultimo aggiornamento: mercoledì 9 Dicembre 2020)