Nella regione perciò il crollo è stato più contenuto della media nazionale, dove si registra un calo superiore al 70% (addirittura -76% per i soli musei statali). Tuttavia ha interrotto un trend di crescita visibile nei mesi precedenti l’emergenza, evidente per quasi tutte le province abruzzesi (con l’eccezione di Teramo, per cui i dati tra 2018 e 2019 mostrano un calo).
I dati presentati derivano dall’indagine sui musei e gli istituti similari effettuata da Istat.
In base alla classificazione di Istat, “per visitatore si intende la persona che ha accesso a un museo o a un istituto museale per la fruizione dei beni e delle collezioni in esso esposte nonché di eventuali mostre e esposizioni temporanee in esso organizzate. Il numero di visitatori di un museo o istituto similare corrisponde al numero di ingressi effettuati per la visita di quel museo o istituto similare, e non al numero di persone fisiche che vi hanno avuto accesso (le quali vengono conteggiate per ogni visita effettuata), né al numero di biglietti emessi.”
Nello specifico:
- se una persona ha avuto accesso a più parti espositive di uno stesso istituto museale, conta come un unico visitatore;
- se una persona, con un unico biglietto, ha avuto accesso a più musei appartenenti allo stesso circuito, conta come visitatore singolo in ciascuno dei musei che ha visitato.
FONTE: elaborazione openpolis per Osservatorio Abruzzo su dati Istat
(ultimo aggiornamento: lunedì 2 Maggio 2022)