In seguito alla revisione complessiva dei Pnrr dei vari stati, la dotazione complessiva del Recovery and resilience facility è aumentata del 26,8%. Nella maggior parte dei casi infatti le modifiche hanno comportato un incremento del piano finanziario rispetto a quello del 2021. L’Italia rimane il principale beneficiario dei fondi dell’Rrf, con un totale di 194,4 miliardi di euro, di cui 71,8 miliardi di sovvenzioni e 122,6 miliardi di prestiti, seguita da Spagna (163 miliardi di euro), Francia (41,9 miliardi di euro) e Polonia (59 miliardi di euro). A livello percentuale è il paese iberico quello che ha fatto registrare l’incremento più marcato (+134%). Seguono Ungheria (+79%) e Lituania (+73%). L’incremento del piano italiano invece, già molto consistente nella sua prima versione, si ferma all’1,5%. Ci sono poi anche alcuni casi in cui la variazione è negativa anche se in misura contenuta, compresa tra il 2 e il 13%. È il caso, tra gli altri, di Germania, Belgio, Austria e Finlandia.
Sono quattro le motivazioni possibili per richiedere una modifica del Pnrr:
- revisione delle misure in virtù della richiesta di una quantità maggiore di prestiti (un’eventualità esclusa per il nostro paese che ha scelto fin dall’inizio di attingere a tutti i fondi in prestito che poteva richiedere);
- revisione delle misure a seguito dell’aggiornamento del contributo finanziario massimo a fondo perduto;
- sopravvenute circostanze oggettive, adeguatamente documentate;
- inserimento delle misure rientranti nell’ambito del RepoweEu.
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FONTE: elaborazione openpolis – Forum Nazionale del Terzo Settore su dati presidenza del consiglio dei ministri
(ultimo aggiornamento: domenica 31 Dicembre 2023)