Per approfondire la capacità dell’offerta di istruzione pre-primaria di fare fronte all’utenza potenziale, possiamo mettere in relazione il numero di iscritti nelle scuole dell’infanzia con i residenti tra 3 e 5 anni. Con la consapevolezza tuttavia che si tratta di una semplificazione, cui ricorrere con una serie di cautele. Dal momento che – per il fenomeno degli anticipatari, come approfondiremo molto rilevante in alcune regioni – non necessariamente il numero di residenti tra 3 e 5 anni esaurisce l’utenza potenziale. Il Dpr 89/2009, all’articolo 2, comma 2, disciplina infatti la possibilità per i bambini che compiono tre anni entro il 30 aprile dell’anno scolastico di riferimento di iscriversi come anticipatari alla scuola dell’infanzia. Con questa premessa, emerge che il rapporto tra iscritti e residenti è più elevato proprio nelle regioni del mezzogiorno. È infatti di 1 a 1 in Basilicata, e si avvicina a questa soglia in Abruzzo e in Calabria. Il rapporto più basso si rileva invece nel Lazio: 87 iscritti ogni 100 residenti tra 3 e 5 anni. Approfondendo il dato a livello locale, il rapporto tra iscritti e residenti raggiunge o supera l’unità in 11 province: Vibo Valentia, Oristano, Nuoro, Potenza, Crotone, L’Aquila, Agrigento, Ascoli Piceno, Enna, Avellino e Sondrio. Sono soprattutto i territori del mezzogiorno a mostrare un rapporto più elevato tra iscritti all’istruzione prescolare e residenti tra 3 e 5 anni. Una tendenza che può essere attribuita anche agli anticipatari, fenomeno che – specialmente nelle regioni del sud – è spesso collegato alla carenza di posti nei servizi per la prima infanzia, oppure al costo degli stessi sui bilanci familiari.
Nell’elaborazione è rapportato il numero di iscritti alle scuole dell’infanzia – pubbliche e private – nell’anno educativo 2020/21 con il numero di residenti tra 3 e 5 anni al 1 gennaio 2021.
FONTE: elaborazione openpolis - Con i Bambini su dati Mim e Istat
(consultati: giovedì 16 Marzo 2023)