Negli anni dal 2016 al 2019 il comune di Napoli ha aumentato la spesa per la restituzione delle quote annuali di debito pubblico del 183,43%, passando da 123,46 a 349,65 euro pro capite in quattro anni. È importante sottolineare che l’indebitamento per le amministrazioni pubbliche non è necessariamente un fatto negativo. Contrarre mutui o prestiti, infatti, per un ente locale può significare anche la volontà di investire su infrastrutture. Per legge, infatti, i comuni possono indebitarsi solo per gli investimenti e la costruzione di rilevanti opere pubbliche, ma non per le spese correnti. Dopo la città partenopea, il comune capoluogo al voto che ha incrementato di più la spesa per debito pubblico nel periodo considerato è Salerno (+166,39%), seguita da Torino (+140,21%) e Benevento (+67,92%). Variazioni negativi si sono verificate, invece, a Savona, Bologna, Latina e Ravenna.
Il grafico mostra le variazioni percentuali di spesa per la missione di bilancio “Debito pubblico”, composta dalla somma delle voci “Quota interessi ammortamento mutui e prestiti obbligazionari” e “Quota capitale ammortamento mutui e prestiti obbligazionari”. Per saperne di più su questa missione di spesa rimandiamo all’approfondimento dedicato. Spese maggiori o minori non implicano necessariamente una gestione positiva o negativa della materia. Sono stati considerati i capoluoghi di provincia dove si svolgono le elezioni amministrative nel 2021. Tra questi non sono presenti Roma, Milano, Carbonia, Pordenone e Cosenza, in quanto non sono stati riportati valori nei bilanci del 2016 o del 2019, e quindi non è stato possibile valutare la variazione tra i due periodi.
FONTE: openbilanci - consuntivi dal 2016 al 2019
(ultimo aggiornamento: martedì 28 Settembre 2021)