Le amministrazioni abruzzesi spendono mediamente 32,16 euro pro capite per la tutela dei beni culturali, un valore appena maggiore della media nazionale pari a 27,87. I comuni della provincia dell’Aquila sono quelli che riportano le somme maggiori, con 49,37 euro pro capite. Seguono quelli della provincia di Chieti (31,53), di Pescara (11,97) e di Teramo (14,85). Una spesa molto elevata è riportata da Santo Stefano di Sessanio (L’Aquila) con 3.014,03 euro pro capite. A seguire tre comuni del chietino: Rosello (927,79), Montelapiano (804,95) e Colledimacine (343,65).
I dati mostrano la spesa per cassa riportata nella missione “tutela e valorizzazione dei beni e delle attività culturali”. Si includono le somme spese dal comune per la conservazione dei beni di interesse storico, le biblioteche e i musei presenti sul territorio, oltre alle uscite relative ad attività culturali e difesa delle minoranze linguistiche. Spese maggiori o minori non implicano necessariamente una gestione positiva o negativa della materia. Da notare che spesso i comuni non inseriscono le spese relative a un determinato ambito nella voce dedicata, a discapito di un’analisi completa. Il dato non è disponibile per i comuni segnati in grigio.
FONTE: openbilanci - consuntivi 2020
(ultimo aggiornamento: martedì 10 Maggio 2022)