A livello di capoluoghi, quelli in cui il divario supera i 20 punti percentuali sono tutti nel sud del paese: Andria, Taranto, Trani, Barletta, Brindisi, Napoli, Catania, Palermo, Foggia, Siracusa, Bari, Trapani, Reggio di Calabria, Caltanissetta, Catanzaro, Messina ed Enna. Tra quelli con minori valori figurano invece sia città del nord che del sud: Ferrara (8,4), Cagliari (7,6), Nuoro (7,3), Belluno (7,08) e Siena (5,92).
Si può notare dalla mappa che, nonostante la maggior parte dei comuni italiani riporti un’occupazione maschile superiore a quella femminile, ci sono anche dei casi di controtendenza: si tratta di 104 comuni sui 7.903 registrati nel 2021. Questi si trovano principalmente nell’arco alpino piemontese e hanno una dimensione della fascia demografica presa in esame molto ridotta.
Il dato riportato sulla mappa è la differenza percentuale tra uomini e donne occupate nella fascia d’età tra i 25 e i 49 anni. I comuni in cui i valori sono negativi indicano che l’occupazione femminile è maggiore di quella maschile e sono segnati con il colore blu. In rosso invece dove il dato degli uomini è maggiore di quello delle donne.
FONTE: elaborazione openpolis - Con i Bambini su dati Istat
(consultati: martedì 27 Febbraio 2024)