Definizione
I gruppi di azione locale (Gal) sono delle iniziative di associazione locale il cui obiettivo principale è strutturare e mettere in atto una strategia partecipativa di sviluppo di un’area rurale attraverso un approccio bottom-up, ovvero partendo dalle esigenze specifiche. A livello giuridico, si tratta spesso di enti di diritto privato, come i consorzi, che comprendono al loro interno sia soggetti privati che pubblici. Questi ultimi in una quota che non deve superare il 49%. Anche se non necessariamente vengono definiti con strutture predefinite, potrebbero ad esempio costituirsi come un partenariato con un ente capofila. Vengono cofinanziati con il supporto di fondi europei, nazionali e regionali.
Proprio attraverso questi fondi, i Gal programmano e incentivano lo sviluppo rurale, attraverso la redazione di un piano di azione locale. Questo documento individua gli obiettivi per il territorio e e le singole azioni che i soggetti dovranno realizzare per raggiungerli.
Sono stati definiti inizialmente durante gli anni ’90 all’interno della strategia Leader (Liaison entre Actions de Développement de l’Économique Rurale, tradotto significa collegamento fra azioni di sviluppo dell’economia rurale) che aveva come principio il collegamento e la partecipazione attiva della popolazione locale presente in un territorio rurale. Durante il ciclo di finanziamento 2014-2020, il campo di azione di questo approccio è stato esteso ulteriormente allo sviluppo locale di tipo partecipativo (Community-Led Local Development, Ccld) all’interno delle zone rurali, urbane e di pesca. Ciò ha fatto sì che oltre all’utilizzo del Feasr (fondo europeo agricolo per lo sviluppo rurale) sia possibile per i Gal attingere anche al fondo europeo per gli affari marittimi e la pesca (Feamp), al fondo sociale europeo (Fse) e al fondo europeo regionale (Fesr).
A livello legislativo, sono disciplinati principalmente da due regolamenti europei: il 2013/1303 (articoli 32-34) e il 2013/1305 (articoli 42-44). Il loro ruolo è poi stato affinato all’interno del regolamento 2021/1060. Ci sono poi specifiche leggi di attuazione a livello regionale.
I Gal si formano su aree sub-regionali, con un numero complessivo di abitanti compreso tra i 10mila e i 150mila. In base alla grandezza, al numero di adesioni e a molte altre variabili, viene definita la forma giuridica sotto la quale viene poi registrato il gruppo e viene redato uno statuto. Come già detto, i regolamenti europei lasciano libertà sulla costituzione giuridica: i gruppi di azione locale possono individuare al loro interno un partner capofila per le questioni amministrative e finanziarie, oppure riunirsi in una struttura comune legalmente costituita, che può essere un’associazione, un consorzio, una società cooperativa oppure una struttura di altro tipo.
Dati
I Gal sono stati finanziati all’interno del progetto Leader per 5 ciclo di programmazione europea. A fine 2018, risultavano attivi in tutta Europa più di 2.800 Gal. In Italia sono 200 in base ai dati della rete rurale nazionale relativi al ciclo 2014-20. Scendendo nel dettaglio, la maggior parte (65) si è formata durante il periodo che va dal 2014 al 2020. È un elemento importante che permette di comprendere quanto si tratti di un ambito che vede una continua evoluzione.
I gruppi di azione locale (Gal) sono delle iniziative locali il cui obiettivo principale è strutturare e mettere in atto una strategia partecipativa di sviluppo locale di un’area rurale attraverso un approccio bottom-up. A livello giuridico, è spesso un ente di diritto privato, come un consorzio, che comprende al suo interno sia soggetti privati che pubblici in una quota che, per questi ultimi, non deve superare il 49%. Anche se non necessariamente si tratta di una struttura costituita, potrebbe anche essere un partenariato con un capofila. Viene cofinanziato con il supporto dei fondi europei, nazionali e regionali.
La disciplina è in evoluzione e l’istituzione di questi enti continua ad avvenire ma i dati si fermano al ciclo di programmazione 2014-2020.
FONTE: elaborazione openpolis su dati rete rurale nazionale 2014-2020
(consultati: mercoledì 21 Febbraio 2024)
Puglia e Sicilia sono le due regioni che riportano il maggior numero di Gal istituiti (23). Sul territorio pugliese, i Gal si sono formati principalmente nel periodo 1994-1999 (6) e 2000-2006 (sempre 6). In Sicilia invece, la metà è stata prevista all’interno del ciclo di programmazione 2007-2013. Ci sono meno Gal invece in Molise (4), nella provincia autonoma di Trento (2) e in Valle d’Aosta (1).
Analisi
Il modello dei Gal è stato pensato per mantenere un impronta territoriale nel governo delle politiche rurali e agricole. Tuttavia, dal punto di vista giuridico, presenta delle specificità non semplici da inquadrare, trattandosi di soggetti ibridi, costituiti da portatori di interesse sia pubblici che privati.
Una difficoltà che emerge in modo trasversale tra gli operatori che si devono confrontare con i GAL è quella di inquadrare correttamente la specificità di un soggetto i cui tratti principali (elementi costitutivi, finalità, attività) sono definiti da norme europee, declinati a livello nazionale e regionale con ulteriori specifiche, infine dettagliati nelle singole situazioni locali (forma giuridica; norme statutarie; percentuale di partecipazione degli enti pubblici; …). Non è possibile quindi considerare ogni GAL uguale ad un altro, qualsiasi sia la forma giuridica e la consistenza della partecipazione degli enti locali alla compagine sociale.
Elementi di complessità che si inseriscono a loro volta in un quadro normativo molto articolato. È stato argomentato come nel corso degli anni, con il passaggio da strumento sperimentale dello sviluppo rurale a soggetto ordinario delle politiche pubblico-private in materia, i Gal abbiano perso parte della loro specificità funzionale. In primo luogo, ne è stato in larga parte disconosciuto il ruolo tanto di agenzia di sviluppo rurale quanto di ente intermedio all’interno di una governance multilivello. Inoltre, l’aumento degli oneri normativi e amministrativi a livello nazionale, uniti a obiettivi della strategia Leader sempre meno definiti, hanno contribuito a un ridimensionamento della loro funzione. Tendenze che contribuiscono a renderne poco conosciuta dai cittadini la loro esistenza e le funzioni svolte.