Definizione
Act (Access to COVID-19 Tools) è un accelleratore sviluppato sotto l’egida dell’Organizzazione mondiale della sanità con l’obiettivo di sviluppare, produrre e distribuire in modo equo i test, i trattamenti e i vaccini per il Covid-19.
Past experience has taught us that even when tools are available, they have not been available equally to all.
Una collaborazione internazionale nata ad aprile 2020 che tiene insieme governi, scienziati, società civile, imprese e organizzazioni internazionali o filantropiche che si occupano di salute globale. Ne fanno parte in particolare la Bill & Melinda Gates Foundation, il Cepi, Find, Gavi, il Fondo Globale per la lotta contro aids, malaria, tubercolosi, Unitaid, Wellcome, Oms e la banca mondiale.
Act-A è strutturato in 4 diversi pilastri: diagnostica, terapie, vaccini e sistema sanitario.
Il pilastro della diagnostica è stato promosso dal fondo globale e da Find. Si propone di introdurre sul mercato test rapidi di qualità e di formare personale specializzato con l’obiettivo di testare 500 milioni di persone in 50 paesi svantaggiati entro la metà del 2021.
Le terapie poi sono fondamentali per prevenire infezioni e sintomi del Covid-19, ma anche per ridurne la diffusione. L’obiettivo è quello di distribuire 245 milioni di trattamenti in 12 mesi, per aiutare i malati a superare l’infezione. La leadership di questo pilastro è affidata a Unitaid e Wellcome.
Il pilastro dei vaccini, più noto come Covax, è probabilmente il più importante e sicuramente il più finanziato. Il progetto è cogestito da Cepi, Gavi e Oms e si propone di diffondere la ricerca per un vaccino efficace disponibile a prezzi accessibili per tutti i paesi. L’obiettivo è quello di distribuire equamente 2 miliardi di dosi di vaccino entro la fine del 2021.
Rafforzare i sistemi sanitari è fondamentale affinché i progetti portati avanti grazie agli altri pilastri possano raggiungere efficacemente chi ne ha bisogno. La guida di questo pilastro è affidata alla banca mondiale e al fondo globale.
Dati
Sul sito dell’Oms può essere consultato il founding tracker del progetto, dove i dati sul finanziamento vengono progressivamente aggiornati. Ad oggi Act-A è stato finanziato per poco più di 10 miliardi di dollari di cui oltre 3/4 destinati ai vaccini.
75,29% dei finanziamenti di Act-A sono destinati ai vaccini.
Il finanziamento dei 4 pilastri dell’Act-Accelerator
Il Covax, ovvero il programma di vaccinazione, è ampiamente il più finanziato tra i pilastri dell'accelleratore Act.
FONTE: Elaborazione openpolis su dati Oms
(ultimo aggiornamento: venerdì 5 Marzo 2021)
Gli stati sono i maggiori contributori del progetto, e attualmente hanno destinato ad Act-A 9,2 miliardi di dollari. Tra questi anche l'Italia con un contributo al progetto di 116 milioni.
84,13% la quota di fondi destinati ad Act-A messi a disposizione dai donatori pubblici.
Le restanti quote sono state fornite da donatori privati (5,73%) e organizzazioni multilaterali (10,14%).
Analisi
Secondo People’s Vaccine, un'alleanza che comprende alcune Ong tra cui Oxfam ed Emergency, allo stato attuale nei paesi a basso reddito solo una persona su 10 potrà essere vaccinata entro il 2021.
Non si tratta "solo" di una questione di equità e di cooperazione internazionale. Se il virus continuerà a circolare nei paesi a basso reddito, avrà infatti la possibilità di sviluppare nuove varianti, rendendo obsoleti i vaccini a disposizione.
Non è una questione di beneficenza, è una questione di epidemiologia [...] abbiamo bisogno di più finanziamenti, abbiamo bisogno che i paesi condividano le dosi immediatamente, abbiamo bisogno che i produttori diano priorità ai contratti con Covax e abbiamo anche bisogno di un aumento significativo della produzione di vaccini.
Il problema del sistema Covax peraltro va oltre al suo finanziamento. I paesi più ricchi infatti si sono assicurati le dosi necessarie e ben poco rimane per gli altri, indipendentemente dalle risorse a disposizione.
Un aumento significativo della produzione mondiale, oltre che un abbassamento dei prezzi, sarebbe invece possibile se si superasse la questione dei monopoli e dei brevetti esclusivi, riformando il sistema in un'ottica di condivisione tecnologica.