Definizione
Il parlamento europeo (Pe) è l’assemblea rappresentativa dell’Unione europea, nonché una delle sue 7 istituzioni ufficiali.
1. Il funzionamento dell’Unione si fonda sulla democrazia rappresentativa.
2. I cittadini sono direttamente rappresentati, a livello dell’Unione, nel Parlamento europeo.
Le elezioni per il rinnovo del parlamento, a suffragio universale e diretto, si svolgono ogni 5 anni. Per quanto questa possibilità sia prevista dai trattati, al momento non esiste una legge elettorale comune per scegliere i membri del parlamento. Ciascuno stato dunque è libero di definire una propria disciplina, anche se nell’ambito di alcune regole condivise.
La sua attività più importante è quella legislativa, che esercita assieme al consiglio dell’Unione europea, ovvero l’organo che rappresenta la volontà degli stati membri. Diversi autori, dopo l’approvazione del trattato di Lisbona, hanno paragonato questo modello a una sorta di bicameralismo imperfetto, con il consiglio nelle vesti di “camera alta” (in rappresentanza dei governi) e il parlamento in quelle di “camera bassa” (in rappresentanza dei cittadini).
Una differenza importante tra i parlamenti nazionali e il Pe è rappresentata dal fatto che quest’ultimo non ha il potere di iniziativa legislativa. Un potere che nell’Unione è detenuto solo dalla commissione. Può però chiedere a quest’ultima di presentare delle proposte.
Inoltre il suo ruolo nel processo legislativo non è sempre paritario rispetto al consiglio dell’Unione. Nella procedura legislativa ordinaria infatti è necessario l’accordo di entrambi gli organi affinché la proposta venga effettivamente approvata. Nella procedura di consultazione invece il parere del Pe è obbligatorio, ma non vincolante. Inizialmente questa era la procedura standard ma con l’approvazione del trattato di Lisbona è stata limitata solo ad alcune materie. Esistono poi altre procedure speciali, previste per casi particolari, in cui le competenze dei due organi variano a seconda dei casi.
L’approvazione del bilancio e la “fiducia” alla commissione sono i poteri più importanti del parlamento.
Una procedura a parte, se pur molto simile a quella ordinaria, è riservata all’approvazione del bilancio dell’Ue. A differenza della prima però in caso di disaccordo tra parlamento e consiglio, dopo alcune procedure di conciliazione, il Pe può comunque decidere di approvare il bilancio, anche senza il voto favorevole del consiglio.
Si tratta di uno dei poteri più importanti e simbolici del Pe, assieme a quello relativo al voto sulla nomina del presidente della commissione. In questo caso infatti la scelta compete in prima battuta al consiglio europeo, tuttavia la sua decisione è sottoposta al parere favorevole dell’assemblea, senza il quale la nomina non può essere perfezionata. Si tratta dunque di una decisione condivisa dalle due istituzioni e il loro effettivo peso dipende dai rapporti di forza tra questi organi e all’interno di ciascuno di questi. Una dinamica che ricorda quello che nel costituzionalismo italiano è talvolta definito come un “potere complesso“. Il parlamento inoltre svolge un ruolo simile anche sulla scelta dei singoli commissari e può anche esprimere una mozione di censura nei confronti della commissione, obbligandola alle dimissioni. Un potere del tutto simile al voto di sfiducia, se pur con le sue specificità procedurali.
Inoltre, in quanto unica istituzione eletta direttamente dai cittadini europei, il Pe esercita il controllo democratico anche sulle altre istituzioni Ue.
Dati
Il Trattato sull’Unione europea (Tue – art.14), stabilisce in 751 il numero massimo di componenti del parlamento europeo. Questo in effetti è stato il numero complessivo degli eurodeputati della XVIII e della IX legislatura, anche se solo fino alla fine del 2020. L’uscita del Regno Unito dall’Unione, infatti, ha posto la questione di come gestire i 73 seggi occupati dagli europarlamentari britannici. La decisione conclusiva è stata quella di redistribuire 27 seggi tra gli altri stati membri mentre i rimanenti 46 sono stati lasciati di riserva nel caso di futuri allargamenti dell’Unione.
705 i parlamentari europei dopo l’uscita del Regno Unito dall’Unione.
L’Italia è il terzo paese per numero di deputati al parlamento europeo
Il numero di deputati eletti al parlamento europeo da ciascuno stato membro
FONTE: elaborazione openpolis su dati parlamento europeo
(consultati: martedì 12 Settembre 2023)
Ciascun paese ha un numero diverso di parlamentari, stabilito in base al suo peso demografico, seguendo un metodo degressivamente proporzionale (i paesi piccoli quindi sono leggermente avvantaggiati e quelli grandi leggermente svantaggiati). In ogni caso nessun paese può avere meno di 6 parlamentari (come attualmente Malta, Cipro e Lussemburgo) né può averne più di 96 (come attualmente la Germania).
76 i parlamentari europei che vengono eletti in Italia.
I deputati eletti però non si dividono per nazionalità, ma per gruppo politico, come avviene nei parlamenti nazionali. In questo caso tuttavia non si tratta di un’operazione così scontata visto che ciascun paese ripropone in Europa i propri schemi politici nazionali, che non necessariamente combaciano con quelli altrui.
Per evitare la frammentazione o l’unione in gruppi nazionali più che politici, il regolamento del parlamento europeo (articolo 33) prevede che per istituire un gruppo sia necessario un minimo di 23 deputati eletti in almeno 1/4 degli stati membri. E non si tratta di un incentivo da poco, infatti i gruppi ricevono risorse per il loro personale collettivo e per le loro attività parlamentari ben maggiori rispetto ai non-iscritti.
Nella IX legislatura il gruppo più consistente è quello del partito popolare (che attualmente conta 178 seggi), seguito dai socialisti (141) e da Renew Europe (101).
Il partito popolare europeo è il gruppo di maggioranza relativa al parlamento europeo
I deputati del parlamento europeo divisi per gruppi politici di appartenenza nella IX legislatura
FONTE: elaborazione openpolis su dati parlamento europeo
(consultati: martedì 12 Settembre 2023)
I lavori del parlamento si articolano in due fasi. A seconda della materia di cui si sta trattando il testo proposto dalla commissione viene inviato a una delle 20 commissioni (più 3 sottocommissioni) che hanno sede a Bruxelles. Ad esempio se si parla di politica agricola comune, la commissione competente sarà quella “agricoltura e sviluppo rurale”. In questa sede la proposta viene esaminata, discussa, emendata dai singoli eurodeputati e dai gruppi politici. Generalmente il parlamento si riunisce a Strasburgo in seduta plenaria una volta al mese per 4 giorni. È in queste occasioni che tutto l’emiciclo si esprime sui voti finali e sugli emendamenti. Eventuali tornate aggiuntive invece si svolgono a Bruxelles.
Analisi
Pur essendo diventato negli anni sempre più simile a un parlamento nazionale, il parlamento europeo mantiene ancora delle specificità che in parte ne limitano l’azione e l’incisività. Innanzitutto, come abbiamo visto, a differenza dei parlamenti nazionali, il Pe non ha potere di iniziativa legislativa. Inoltre condivide il potere legislativo con il consiglio dell’Unione europea che solo in parte può essere paragonato a una seconda aula parlamentare che rappresenta gli stati membri, come avviene in alcuni stati federali. Peraltro, come abbiamo visto, in alcune materie il potere del parlamento resta subordinato a quello del consiglio.
Nonostante questo alcuni dei poteri più recenti del Pe, come la nomina della commissione (nonché la censura della stessa) e l’approvazione del bilancio, potrebbero rappresentare una leva per assumere nella pratica poteri che formalmente ancora non sono riconosciuti al parlamento.
MEPs have not wielded their existing powers to the full. Most parliaments in the western world have steadily increased their power by creatively using their existing competences. The European Parliament could sack the entire Commission if, on a substantial issue, a Commissioner did not follow the will of Parliament.
Esercitando a pieno i propri poteri infatti l’assemblea potrebbe essere in grado di imporre la propria linea politica. Una posizione del genere tuttavia potrebbe portare a un conflitto istituzionale con il consiglio dell’Unione europea e, a maggior ragione, con il consiglio europeo. Ed è proprio quest’ultimo organo che, ancora oggi, è considerato il più importante quando si tratta di questioni fondamentali.
D’altronde, al di là degli aspetti tecnici, uno degli elementi politici di debolezza del parlamento europeo è determinato dal ruolo svolto dai partiti nazionali rispetto alle candidature. Infatti nonostante i parlamentari siano suddivisi in gruppi politici europei, sono sempre i partiti nazionali a definire le liste elettorali. Di conseguenza è lecito aspettarsi che la lealtà degli eurodeputati sia espressa prima di tutto al proprio partito nazionale e solo in seconda battuta alla famiglia politica europea di riferimento.