Che cos’è il RepowerEu

Il piano energetico europeo, da integrare nei Pnrr, prevede l’invio di risorse agli stati membri per finanziare progetti sull’energia. Lo scopo, tra gli altri, è quello di ridurre al minimo la dipendenza europea dalle importazioni russe.

Definizione

Per far fronte alla crisi causata dalla guerra tra Russia e Ucraina, l’Unione europea ha avviato un nuovo programma energetico. Si tratta del cosiddetto RepowerEu, entrato definitivamente in vigore con l’approvazione del regolamento 2023/435.

20 miliardi € le risorse aggiuntive messe in campo dall’Unione europea per il RepowerEu.

A livello europeo, questo piano ha previsto nell’immediato acquisti congiunti di gas, anche attraverso nuovi partenariati energetici con fornitori ritenuti più affidabili. A ciò si aggiunge la realizzazione di progetti nell’ambito delle energie rinnovabili. Sono invece da attuare nel medio termine, tra le altre cose, la decarbonizzazione industriale e un quadro normativo sull’utilizzo dell’idrogeno.

Per accedere ai fondi messi a disposizione, gli stati dovevano inserire un nuovo capitolo all’interno dei rispettivi piani nazionali di ripresa e resilienza (Pnrr). Le misure, sia investimenti che riforme, potevano essere nuove o versioni riviste di interventi già presenti nel piano. Oltre ai fondi aggiuntivi assegnati dall’Ue, i paesi potevano anche ricorrere a una parte delle risorse già destinate ai Pnrr, e anche ad altre fonti di finanziamento come le risorse per le politiche di coesione, il fondo europeo per l’innovazione, misure fiscali nazionali e investimenti privati.

Un altro aspetto importante di questo piano è il suo carattere transnazionale. Era infatti necessario che gli stati membri, nel presentare le modifiche dei relativi Pnrr, specificassero la dimensione e il coinvolgimento dei territori al di fuori dei propri confini attraverso queste misure. Il 30% di quelle finanziate con il RepowerEu dovevano infatti avere degli impatti anche su altri paesi.

Per quanto riguarda l’Italia, il RepowerEu è andato a comporre la missione 7. In base a quanto si legge nella quarta relazione del governo per il parlamento sull’attuazione del Pnrr gli obiettivi principali del nuovo capitolo sono: 

  • rafforzare le reti di trasmissione e distribuzione, sia dell’energia elettrica che del gas;
  • accelerare la produzione di energia rinnovabile;
  • ridurre la domanda di energia;
  • aumentare l’efficienza energetica e digitale;
  • creare le competenze nei settori pubblico e privato per la transizione verde;
  • promuovere le catene del valore delle energie rinnovabili e dell’idrogeno attraverso misure che facilitino l’accesso al credito e ai crediti d’imposta.

Diventando di fatto una nuova missione del Pnrr, anche il RepowerEu deve rispettare tempi, regole e condizionalità del piano. A partire dal principio del non arrecare danno significativo all’ambiente.

Dati

Complessivamente gli investimenti che l’Italia ha previsto nell’ambito del RepowerEu hanno un valore di circa 11,2 miliardi. Di questi, solo 2,76 circa sono fondi aggiuntivi che il nostro paese ha ricevuto da Bruxelles per implementare interventi nel settore energetico. Gli altri derivano invece dalla riprogrammazione complessiva del Pnrr italiano. Gli investimenti previsti sono 17 in totale. Di questi, 12 sono nuovi mentre 5 costituiscono un potenziamento di misure già previste.

Oltre la metà di queste risorse (6,3 miliardi) è assorbita da un nuova misura denominata Transizione 5.0. Con questo intervento si punta a incentivare le imprese ad avviare progetti di transizione dei processi produttivi verso un modello efficiente sotto il profilo energetico, sostenibile e basato sulle energie rinnovabili. Alle imprese aderenti sarà riconosciuto un credito d’imposta commisurato alle spese sostenute tra il 2024 e il 2025 per:

Il RepowerEu italiano punta molto su incentivi e crediti d’imposta.

Il secondo investimento più consistente riguarda lo strumento finanziario predisposto per favorire interventi di efficientamento energetico degli immobili. L’investimento in questo caso ammonta a 1,38 miliardi e riguarda i condomini, gli alloggi di edilizia popolare e sociale e più in generale le famiglie vulnerabili e a basso reddito.

Una terza misura con valore superiore al miliardo di euro riguarda il potenziamento del parco ferroviario regionale con l’acquisto di almeno 69 treni passeggeri a emissioni zero e di altre 30 vetture per il servizio universale.

Gli importi sono soggetti ad arrotondamento.

FONTE: elaborazione openpolis su dati servizio studi camera.
(ultimo aggiornamento: lunedì 8 Aprile 2024)

A livello di riforme invece sono 5 le misure introdotte. Tra le più significative troviamo quella denominata Semplificazione delle procedure autorizzative per le energie rinnovabili a livello centrale e locale. Questa riforma prevede l’adozione e l’entrata in vigore di un testo unico in cui sono riunite tutte le norme primarie che disciplinano la realizzazione di impianti di produzione energetica da fonti rinnovabili. Tale testo dovrà poi introdurre anche il principio “una tantum” in base al quale chi richiede autorizzazioni per interventi volti alla realizzazione di impianti di produzione energetica da fonti rinnovabili dovrà fornire le stesse informazioni o gli stessi documenti alle istituzioni pubbliche una sola volta.

FONTE: elaborazione openpolis su dati camera e quarta relazione del governo per il parlamento sul Pnrr
(ultimo aggiornamento: venerdì 15 Marzo 2024)

Da segnalare anche la riforma che mira a ridurre le sovvenzioni dannose per l’ambiente elencate annualmente nel catalogo dei sussidi ambientalmente dannosi pubblicato dal ministero dell’ambiente e della sicurezza energetica. 

Infine la misura intitolata Piano nuove competenze transizioni è finalizzata ad aggiornare il quadro regolatorio della formazione e rendere operativi gli strumenti di contrasto allo squilibrio tra domanda e offerta di competenze. L’obiettivo di questa riforma è rafforzare il ruolo del settore privato nell’erogazione di formazione e migliorare il riconoscimento delle competenze, comprese quelle acquisite sul posto di lavoro e attraverso brevi moduli di formazione.

Analisi

Il blocco di paesi appartenenti all’Unione europea deve importare energia da paesi terzi per il proprio consumo interno. Secondo i dati di Eurostat, nel 2021 i prodotti energetici maggiormente importati erano quelli legati al petrolio (64%), seguiti da gas naturale (25%) e combustibili fossili (6%). Nel 2021 la Russia rappresentava il principale fornitore sia di prodotti petroliferi (28% delle importazioni totali) che di gas (44%).

Fino al 2021 la Russia era il principale fornitore europeo di greggio e gas naturale.

Con l’esplosione della guerra la situazione è cambiata e gli stati hanno avuto bisogno di rendersi indipendenti dalla Russia. L’urgenza è stata talmente pressante da interrompere, quantomeno nel breve periodo, il percorso avviato da parte delle istituzioni europee verso la sostenibilità ambientale.

Ad esempio, le nuove infrastrutture per il gas che saranno create con i fondi del RepowerEu potranno essere realizzate anche in deroga al principio del non arrecare danno significativo (anche se sarà comunque vincolante il parere favorevole della commissione europea).

Inoltre non va dimenticato che i nuovi accordi di fornitura di prodotti energetici sono stati siglati anche con paesi che si caratterizzano per regimi dittatoriali o forti instabilità politiche e quindi imprevedibili. Stati che contraddicono in misura e modi diversi, quei valori che l’Europa dichiara di promuovere e difendere: democrazia, equità, diritti umani.

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