Definizione
Sono considerate in povertà assoluta le famiglie e le persone che non possono permettersi le spese minime per condurre una vita accettabile. La soglia di spesa sotto la quale si è assolutamente poveri è definita da Istat attraverso il paniere di povertà assoluta. Questo comprende l’insieme di beni e servizi che, nel contesto italiano, vengono considerati essenziali. Ad esempio le spese per la casa, quelle per la salute e il vestiario. Ovviamente l’entità di queste spese varia in base a dove abita la famiglia, alla sua numerosità e ad altri fattori come l’età dei componenti. Per conoscere la soglia di povertà assoluta nei diversi contesti si può utilizzare l’apposito calcolatore Istat.
Dati
Negli ultimi venti anni la quota di persone in povertà assoluta è aumentata in modo generalizzato. Nel 2005 si trovava in queste condizioni il 3,3% dei residenti in Italia; dodici anni dopo, nel 2017, erano circa l’8%. Nel 2021 erano saliti al di sopra del 9%.
In termini assoluti, siamo passati da 1,9 milioni di individui poveri a circa 5 milioni tra 2017 e 2018. La pandemia ha portato a un nuovo aumento delle persone in povertà assoluta, che sono state circa 5,6 milioni nel biennio 2020-2021.
Negli anni successivi, le procedure di stima della povertà assoluta sono state oggetto di una profonda revisione metodologica, anche nella composizione del paniere, per rendere la misurazione più accurata. Per questo motivo i nuovi dati non sono direttamente confrontabili con i precedenti. Tuttavia le stime sul 2023, rilasciate nell’ottobre 2024 da Istat, confermano in circa 5,7 milioni il numero di poveri assoluti: il 9,7% dei residenti in Italia.
5.693.800 le persone in povertà assoluta nel 2023.
Tra bambini e ragazzi il fenomeno è ancora più grave. Nel 2023 il 13,8% dei
minori di 18 anni si è trovato in povertà assoluta: parliamo di poco meno di 1,3 milioni di persone di minore età. In alcuni segmenti della popolazione minorile la quota sfiora addirittura il 15%.
I minori sono la fascia d’età più spesso in povertà assoluta
Percentuale di residenti in povertà assoluta per fascia d’età (2023)
FONTE: elaborazione openpolis – Con i Bambini su dati Istat
(pubblicati: giovedì 17 Ottobre 2024)
I dati 2023 evidenziano un fenomeno che non è nuovo. Anche se la revisione metodologica non rende confrontabili i dati della vecchia serie storica con la nuova, emerge come la quota di bambini e ragazzi indigenti sia progressivamente aumentata dalla fine degli anni 2000, accrescendo i divari generazionali.
Prima della grande recessione seguita alla crisi del 2008, c’era molta meno distanza tra la povertà rilevata nelle diverse fasce d’età. I più in difficoltà erano gli over-65 (circa il 4,5% si trovavano allora in povertà assoluta). Gli effetti delle crisi economiche degli ultimi 15 anni hanno allargato le distanze, penalizzando soprattutto le giovani generazioni.
Rispetto alle fasce d’età infatti, da circa 10 anni i minori e le loro famiglie rappresentano il segmento di popolazione più povero. Con la pandemia la quota di bambini e ragazzi in povertà assoluta ha raggiunto quasi il 14%. In base alla revisione metodologica intervenuta negli ultimi anni, si tratterebbe del livello più alto dal 2014 a oggi.
Analisi
Le crisi economiche che si sono succedute dagli anni 2000 ad oggi non hanno solo fatto aumentare il numero delle persone indigenti. Hanno modificato radicalmente anche la stessa composizione dei poveri in Italia. Nel 2005 erano gli anziani sopra i 65 anni la fascia di età a trovarsi più spesso in povertà assoluta. Da diversi anni invece è il contrario. Al diminuire dell’età, aumenta l’incidenza della povertà assoluta. Tra i minorenni la quota di poveri è al 13,8% (dato 2023), tra 18 e 34 anni è all’11,8%, tra 35 e 64 anni si attesta al 9,4%, mentre sopra i 65 scende al 6,2%. Anche molte famiglie con figli si trovano in difficoltà economica. Con un figlio minorenne la quota di quelle in povertà assoluta è pari al 9,7% nel 2023, con due figli sale al 12,8%; con 3 o più figli supera il 20%.