Come si misura la siccità

Si tratta di uno dei principali effetti avversi dei cambiamenti climatici. È un fenomeno complesso e per misurarlo serve un indicatore composito, che racchiude più variabili.

Definizione

La siccità, espressione con cui si intende la prolungata scarsità di acqua che rende il suolo impermeabile ed esposto al rischio idrogeologico, è uno dei principali sintomi dei cambiamenti climatici in atto.

Di per sé è un avvenimento naturale, ma la sua incrementata frequenza e gravità lo rende un fenomeno allarmante, che indebolisce l’ambiente e mette a rischio milioni di persone, causando ingenti perdite economiche. Inoltre si tratta di un problema destinato ad aggravarsi nei prossimi decenni. Secondo le stime delle Nazioni unite, entro il 2050 potrebbe colpire più di tre quarti della popolazione mondiale.

Droughts are costly, damaging, and their impacts are pervasive. They affect both developed and developing nations, across all inhabited continents. […] Forecasts estimate that by 2050 droughts may affect over three-quarters of the world’s population.

Gli effetti della siccità sono molteplici. Essa infatti indebolisce il terreno, rendendolo più vulnerabile, ostacola l’agricoltura e in paesi già fragili può causare difficoltà di approvvigionamento idrico e insicurezza alimentare, fino a esacerbare problemi preesistenti di ordine economico, politico o sociale, causando ondate di migrazioni forzate.

Dati

La siccità è essa stessa un fenomeno complesso e di conseguenza anche misurarla significa dover tenere conto di numerose variabili allo stesso tempo. Uno degli indici che vengono utilizzati è l’indice Spei (standardized precipitation and evapotranspiration index), utile perché permette di tenere insieme il calo delle precipitazioni e l’evaporazione e traspirazione dell’acqua, considerando quindi anche l’aumento delle temperature. Esso è un indice composito, un’estensione dell’indice Spi, che invece considera soltanto le precipitazioni.

Dalle rilevazioni risulta che nel 2021 (il valore varia di anno in anno) in Europa la siccità è in aumento in 19 stati membri, mentre in uno (l’Estonia) la situazione è rimasta invariata e nei restanti 7 i valori sono positivi, il che indica una maggiore umidità.

L’indice Spei (standardized precipitation-evapotranspiration index) è uno degli indicatori con cui si può misurare la siccità. Esso è un’estensione dell’indice Spi (standardized precipitation index), in quanto tiene conto sia delle precipitazioni che della capacità di evaporazione e traspirazione dell’acqua (che dipende dalle temperature). Più il valore è basso, più grave è la siccità che si riscontra. Valori positivi invece indicano una maggiore umidità.

FONTE: elaborazione openpolis su dati Banca mondiale
(consultati: mercoledì 20 Marzo 2024)

Nel 2021, l’Italia è il paese europeo con l’indice Spei più basso, ovvero è quello in cui si rileva una condizione di siccità peggiore. Seguono altri stati dell’Europa meridionale e centrale. Mentre si riscontra una tendenza opposta in due paesi dell’Europa orientale (Romania e Bulgaria), nell’area nord-occidentale del continente (Belgio, Paesi Bassi e Germania) e in Finlandia.

Analisi

In Europa a occuparsi di misurare la siccità è l’European drought observatory, gestito dal Joint research center della commissione europea. L’osservatorio ricorre a numerosi indicatori per valutare lo stato della siccità in Europa, favorendo un approccio integrato. In particolare si considerano le temperature, le precipitazioni, lo stato delle acque sotterranee, ma anche l’umidità del suolo e la fotosintesi della vegetazione.

Il centro ha inoltre elaborato un indicatore che tiene conto di diverse di queste variabili contemporaneamente, il cosiddetto combined drought indicator (Cdi). Specificamente, si compone di tre sotto-indicatori, ovvero lo standardized precipitation index (Spi), che misura le anomalie nelle precipitazioni; l’indice di umidità del suolo (Sma, acronimo di soil moisture anomaly, che rileva la quantità di acqua presente nel suolo); l’entità dell’attività fotosintetica (Fapar, che misura la porzione di radiazioni solari che viene assorbita dalla vegetazione per i processi di fotosintesi).

14,6% del territorio europeo (comprensivo del Regno Unito) è in condizioni di siccità, secondo l‘European drought observatory (marzo 2024).

Oltre a tenere conto di tutti gli aspetti che compongono la siccità, è fondamentale monitorarne la durata. Quando si riscontra soltanto una carenza di precipitazioni si parla di siccità meteorologica, ma se tali condizioni persistono si arriva alla siccità agricola (che ha un impatto su suolo e agricoltura). Ancora più avanti, si giunge alla siccità idrologica, i cui effetti sono più strutturali, visibili nei corsi d’acqua e nelle riserve idriche sotterranee. Quando poi gli impatti sono ampi e investono la sfera umana, si parla di siccità socio-economica.

Infine, è cruciale osservare la concomitanza della siccità con altri fenomeni meteorologici e climatici poiché più eventi contemporanei possono esasperarsi a vicenda. Per esempio la successione di siccità e di eventi alluvionali, dove l’alluvione diventa più grave perché il terreno esposto a siccità è indebolito e meno capace di assorbire l’acqua. Ma anche le ondate di calore, che se si presentato insieme alla siccità possono aggravarla. È quindi importante monitorare questi molteplici rischi attraverso strumenti precisi, per poter avere un quadro sempre aggiornato della situazione.

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