Definizione
Anche gli enti locali sono obbligati a seguire particolari regole per la stabilità dei propri conti pubblici e può capitare che l’ente non riesca più a mantenere una situazione sostenibile. Nei casi più gravi si parla di dissesto finanziario. Si tratta di una procedura che viene messa in atto quando l’ente locale non è più in grado di svolgere le proprie funzioni ed erogare servizi indispensabili, oltre ad avere difficoltà nell’assolvere ai debiti. Questa procedura è definita dall’articolo 244 del testo unico degli enti locali (Tuel).
Dopo la deliberazione dello stato di dissesto, è necessario stabilire la condizione dell’ente. Viene redatta una relazione dettagliata che viene poi presentata al ministero degli interni e alla corte dei conti a cui fa riferimento il territorio (Tuel, articolo 246). In seguito, viene nominato un organo straordinario per la liquidazione che si occupa di rilevare la massa attiva e quella passiva dell’ente (Tuel, articoli 252-256). Questo organo è composto da commissari. In seguito a queste procedure viene redatto un altro documento, il bilancio stabilmente riequilibrato, in cui le singole voci di spesa sono bilanciate e coprono tutti i servizi necessari. Durante i cinque o i tre anni successivi all’approvazione di questo documento, si procede al risanamento dell’ente.
Nel frattempo, vengono imposti dei limiti sulla contrazione di nuovi mutui e ai pagamenti in conto competenza, oltre alla possibilità di aumentare imposte e tasse locali per riequilibrare lo stato dell’ente (Tuel, articolo 248). Per quel che riguarda i soggetti coinvolti, se gli amministratori sono considerati responsabili di questa situazione non potranno ricoprire per dieci anni specifici incarichi relativi al controllo e alla gestione, come i sindaci non saranno candidabili per dieci anni all’interno di ruoli di rappresentanza dello stato. Il personale può essere ridimensionato e in questo caso deve essere conferito per cinque anni un contributo pari al trattamento economico del lavoratore.
Dati
Secondo il ministero dell’Interno, sono 120 le province e i comuni in stato di dissesto finanziario nel 2021. Nello stesso anno, sono state avviate 22 procedure di dissesto.
Il dato presenta il numero di enti che risultano in dissesto finanziario nel 2021. Tutti gli enti locali possono avviare le procedure di dissesto: oltre ai comuni, possono farlo anche le province, le unioni montane e le comunità isolane.
FONTE: elaborazione openpolis su dati del ministero dell’interno
(consultati: lunedì 2 Ottobre 2023)
La regione in cui sono presenti più enti in condizione di dissesto finanziario è la Calabria (37) seguita da Sicilia (30) e Campania (9). Non ne risultano alla data di rilevazione in Valle d’Aosta, Trentino-Alto Adige, Veneto, Friuli-Venezia Giulia e Emilia-Romagna.
Sempre nel 2021, le ipotesi di bilancio stabilmente riequilibrato esaminate hanno riguardato principalmente l’area del mezzogiorno, in cui sono compresi l’81% degli enti che hanno firmato le proposte. La regione in cui ci sono stati più esami sono Campania (10), Calabria (8) e Sicilia (7).
Analisi
Sono numerose le cause che possono portare un ente al dissesto, da irregolarità contabili a ridotta capacità di riscossione passando per perdite di società partecipate, mancati accantonamenti per rischi e spese elevate.
Il corretto funzionamento della macchina amministrativa si riflette anche sulla qualità dei servizi come evidenziato da diverse analisi (cfr. Unicatt, Antonino Gentile). Secondo gli studi, i comuni che hanno delle difficoltà finanziarie registrano una spesa per i servizi che spesso è in linea con il fabbisogno standard del territorio ma spesso i servizi sono carenti, inefficienti e non capillari.
L’effetto regionale spiega solo in parte questa dinamica: se è vero che la maggior parte degli enti in dissesto si trova nelle aree del centro-sud che riportano servizi mediamente peggiori rispetto a quelli delle zone del nord, questa carenza viene vista anche negli enti stessi nei confronti dei comuni limitrofi. L’analisi lascia dunque immaginare che la questione non sia tanto legata a quanto un ente spenda quanto piuttosto a come spenda le proprie risorse. Non di rado, è determinata anche all’adeguatezza del bilancio comunale nel fare fronte alle necessità di territori deprivati.