Definizione
Imprese e provati cittadini che non pagano tasse e imposte mirano a beneficiare dei beni e servizi offerti dallo stato ma a non pagarne i costi che ricadono sulla collettività. In questi casi si parla di free riding. Tale fenomeno può declinarsi in 3 diversi modi a seconda della strategia adottata dai vari soggetti. Parliamo di evasione, elusione e frode fiscale.
Per evasione fiscale si intendono tutti i comportamenti volti a non pagare o a pagare meno tasse in violazione delle norme di legge. Un caso di questo tipo è ad esempio la mancata emissione dello scontrino fiscale. A seconda della gravità, l’evasione fiscale può essere punita come un illecito amministrativo attraverso delle sanzioni oppure un reato che ha come pena la reclusione.
L’elusione fiscale presenta molte aree grigie.
Quando parliamo di elusione fiscale invece non ci troviamo necessariamente di fronte a un illecito. Tuttavia vengono sfruttate delle carenze a livello normativo sempre allo scopo di non versare i tributi. Questa condizione è regolamentata dallo statuto del contribuente e da una sua successiva modifica. L’elusione rappresenta un problema nel momento in cui ci sono dei vantaggi fiscali indebiti che vanno in contrasto con le finalità delle norme fiscali. Ci possono essere infatti numerose ragioni per cui ci sono comportamenti di questo tipo. Spetta quindi all’agenzia delle entrate dimostrare la validità o meno delle motivazioni dietro a queste operazioni. Si tratta comunque di un abuso del diritto, in cui vengono sfruttate delle condizioni legittime per ottenere dei vantaggi con conseguenze che hanno delle ricadute sugli altri soggetti.
La frode fiscale infine è un comportamento illecito effettuato deliberatamente contro la pubblica amministrazione, come ad esempio la dichiarazione fraudolenta. È regolamentato dal decreto legislativo 74/2000. A differenza dell’evasione fiscale c’è un contributo attivo nel costruire una situazione diversa da quella reale.
Dati
I mancati versamenti tributari rientrano nel settore dell’economia non osservata (Noe). In particolare, sono inclusi nella componente chiamata “economia sommersa” che comprende tutte le attività volontariamente celate alle autorità fiscali e previdenziali e agli enti statistici.
La stima del sommerso economico comprende principalmente le seguenti parti:
- sotto-dichiarazioni, ovvero omissioni totali o parziali di redditi e costi aziendali attraverso manipolazioni delle dichiarazioni;
- lavoro irregolare, rappresentato da attività legali nella loro natura ma non dichiarate alle autorità;
- altre attività settoriali, come gli affitti senza contratti regolari.
Istat ha calcolato che in Italia, nel 2019, il sommerso rappresenta la componente più sostanziosa dell’economia non osservata. Si parla infatti del 10,2% del valore aggiunto del Pil a fronte di un 11,3% calcolato per il totale della Noe. Questa componente è calata dal 2016 di un punto percentuale.
183,4 mld € il valore dell’economia osservata nel 2019 (Istat).
Le attività di sottodichiarazione sono quelle che incidono di più
Incidenza sul valore aggiunto del Pil delle singole componenti dell'economia non osservata (2019)
Il dato rappresenta l’incidenza delle componenti dell’economia sommersa in termini di Pil. Queste vanno a determinare un valore aggiunto.
FONTE: elaborazione openpolis su dati Istat.
(ultimo aggiornamento: mercoledì 20 Luglio 2022)
C’è una progressiva contrazione del sommerso dell’economia. La componente delle sottodichiarazioni è quella che ha l’incidenza maggiore, che si aggira intorno al 5% tra 2016 e 2019. Il lavoro irregolare invece è in costante calo dal 4,6% del 2016 al 4,3% del 2019.
Ci sono indicatori specifici per misurare quante entrate non vengono versate.
Queste stime non quantificano direttamente quante entrate vengono sottratte alla finanza pubblica. L'indicatore specifico delle attività di evasione è il tax gap e misura l'impatto del mancato pagamento delle principali imposte e dei contributi. In pratica è la differenza tra il gettito teorico calcolato se tutti pagassero i loro oneri fiscali e quello effettivamente raccolto.
99,27 mld € il tax gap per tutte le entrate tributarie e contributive registrato nel 2019 (Istat)
Questo dato risulta in calo dal 2017, in cui si assestava a 107,38 miliardi. L'Irpef da lavoro autonomo e impresa è l'imposta che riporta il maggior tax gap, pari a 32,25 miliardi di euro mentre i minori impatti sono stati riportati per la Tasi (0,25) e il canone rai (0,25).
Per avere un'idea più concreta di quanto queste entrate mancanti incidano sul bilancio statale, si calcola un altro indicatore che si chiama propensione al gap, rappresentato dal rapporto tra il tax gap e il gettito teorico. Il valore percentuale rappresenta quindi quanto viene evaso sul totale che dovrebbe entrare nelle casse statali. Questo valore, al netto della Tasi, si assesta nel 2019 al 18,4%. Anche questo è un valore in calo dal 2017 (20,9%). L'indicatore può essere calcolato anche per le singole imposte.
L’Irpef da lavoro autonomo è l’imposta che viene evasa di più
Propensione al tax gap per tipo di imposta (2019)
Per propensione al tax gap si intende il rapporto tra tax gap e il gettito teorico. Il tax gap è calcolato facendo la differenza tra le entrate teoriche e le entrate effettive.
FONTE: elaborazione openpolis su dati Istat.
(ultimo aggiornamento: giovedì 21 Luglio 2022)
Il valore più alto viene registrato dall'Irpef da lavoro autonomo (69% evaso rispetto al gettito teorico). Seguono Tasi (25,2%) e Imu (25,1). Locazioni (6,7%) e Irpef da lavoro dipendente (2,8%) riportano i valori inferiori.
Analisi
I livelli di comportamenti di evasione, elusione e frode dipendono da numerosi fattori. Uno di grande importanza è rappresentato dalle strategie di prevenzione e contrasto strutturate dalla pubblica amministrazione. Alla loro realizzazione concorrono numerosi soggetti tra i quali: agenzia delle entrate, agenzia delle dogane e dei monopoli, guardia di finanza, regioni e enti territoriali, ispettorato nazionale del lavoro, Inps e Inail.
Approfondisci
la relazione sull'economia non osservata e sull'evasione fiscale e contributiva.
L'Ocse ha delineato delle linee guida per attuare piani sempre più efficaci. È importante assicurare l'applicazione della pena per gli evasori e potenziare gli strumenti di monitoraggio, oltre a favorire il coordinamento tra i vari organi governativi. Il potenziamento della raccolta dati può inoltre permettere di individuare più facilmente chi mette in atto questi comportamenti.
Per l'Italia, la riduzione del tax gap ha una certa rilevanza anche per l'attuazione del programma Next generation Eu (Ngeu). La riduzione della pressione fiscale sul lavoro è un aspetto prioritario e il contrasto all'evasione per compensare le minori entrate, in particolare per quel che riguarda le fatture omesse. Sempre nello stesso documento, ci sono degli inviti al potenziamento dei meccanismi di controllo e l'incentivazione alla conformità delle dichiarazioni dei contribuenti.
Ci sono inoltre degli specifici obiettivi indicati nel Pnrr per quel che riguarda questa specifica materia. Nella missione 1 componente 1 ci sono dei target nell'ambito della riforma della amministrazione fiscale. Nel dettaglio, la propensione all'evasione fiscale nel 2023 deve essere inferiore del 5% rispetto al 2019 e nel 2024 deve diminuire del 15% sempre con riferimento al valore del 2019.