Definizione
La nuova versione del piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr), approvata a dicembre 2023, prevede 289 misure di cui 71 riforme normative e 218 investimenti economici. Tutte queste misure devono essere portate a compimento rispettando una tabella di marcia che prevede per ognuna l’adempimento di alcune scadenze, divise per trimestre e anno di conseguimento fino al 2026.
Le scadenze possono essere di 2 tipi: i target (obiettivi) e le milestone (traguardi). Per valutare il raggiungimento dei primi si utilizzano indicatori quantitativi, come il numero di imprese che usufruiscono di determinati incentivi o l’incremento di personale nei tribunali. Le seconde invece si caratterizzano per una componente più qualitativa e rinviano generalmente all’approvazione di atti normativi o amministrativi. Le milestone precedono cronologicamente i target, perché le prime rappresentano delle tappe intermedie per il conseguimento dei secondi.
Un’ulteriore suddivisione è quella tra le scadenze di rilevanza europea e quelle di rilevanza italiana. Le prime sono quelle concordate con le istituzioni Ue, contenute nel Pnrr così come approvato da Bruxelles. Sono gli adempimenti su cui la commissione europea si basa per valutare l’operato del nostro paese.
Le seconde invece sono dei passaggi intermedi al raggiungimento delle scadenze europee, che definiscono in modo più puntuale il cronoprogramma. Si parla inoltre di scadenze italiane anche in riferimento a quelle previste per le misure finanziate unicamente dal fondo complementare.
Dati
Le riforme e gli investimenti previsti attualmente dal Pnrr richiedono il conseguimento di 617 scadenze di rilevanza europea, di cui 271 milestone e 346 target. Non abbiamo informazioni aggiornate sulle scadenze italiane del piano, mentre quelle del fondo complementare dovrebbero essere rimaste invariate a 298.
Le scadenze Pnrr sono state aumentate e posticipate
La distribuzione delle scadenze europee dal 2021 al 2026, prevista dal Pnrr originale e dal Pnrr rivisto
FONTE: elaborazione e dati OpenPNRR
(ultimo aggiornamento: venerdì 19 Gennaio 2024)
Il dato più rilevante riguarda l’aumento delle scadenze nel passaggio da Pnrr originale a Pnrr rivisto: sono 617 i target e milestone attualmente previsti, rispetto ai precedenti 527.
Ma al di là della variazione numerica – dovuta in gran parte all’aggiunta della nuova missione dedicata al RepowerEu – è interessante notare la distribuzione di questi aumenti. L’unico trimestre in cui le “nuove scadenze” sono inferiori alle precedenti è il quarto del 2023, che corrisponde a un momento di grande criticità per il governo, che si trovava con un ritardo accumulato nell’attuazione, ma con la necessità di richiedere la quinta rata di finanziamenti.
È come se con questa revisione l’esecutivo avesse chiesto più che altro di far slittare le scadenze in là nel tempo, rimandando in un certo senso le difficoltà. Fino ad arrivare al secondo trimestre del 2026, quando sarà previsto il conseguimento di ben 144 adempimenti.
Analisi
Le risorse europee non sono erogate tutte insieme ma in rate semestrali. Ogni paese invia – al massimo due volte l’anno – la richiesta per ricevere una parte dei fondi. Insieme alla documentazione che dimostri di aver conseguito tutti i milestone e target previsti per il semestre precedente. Rispettare il cronoprogramma non è semplice: gli adempimenti sono numerosi e i tempi stretti a fronte di una realtà, quella italiana, dove le tempistiche burocratiche e amministrative seguono spesso tempi più dilatati.
Scopri
Come l’Ue verifica l’attuazione del Pnrr negli stati membri.
Fin dall’avvio del Pnrr nel 2021, cerchiamo di monitorare lo stato di avanzamento delle scadenze. Purtroppo i dati accessibili su milestone e target sono pochi e poco aggiornati. Sia su Italia domani che sui siti dei ministeri e su altre fonti ufficiali. La situazione inoltre è gravemente peggiorata nel corso del 2023, quando è stata avviata dal governo Meloni la procedura di revisione del piano italiano. Un processo che ha comportato uno stallo in termini di attuazione e di trasparenza.
Basti pensare che la cabina di regia ha approvato la quarta relazione del governo per il parlamento sullo stato di attuazione del piano, solo il 22 febbraio 2024. La precedente risale al 31 maggio 2023 ed è l’unica pubblicata nel corso di quell’anno. Va ricordato che per legge questo documento dovrebbe essere presentato con cadenza semestrale. Inoltre, i ministeri non hanno più aggiornato i propri siti a riguardo e anche la documentazione parlamentare sul tema ha subito per mesi un calo di qualità e aggiornamenti.
Parallelamente però il Pnrr è andato avanti. Il governo ha ricevuto le rate che ha richiesto finora e l’approvazione a una revisione che in sintesi sembrerebbe aver posticipato le criticità più che risolverle. Anche se finora purtroppo non sono disponibili informazioni certe e complete neanche su queste modifiche, fatta eccezione proprio per il dataset sulle nuove scadenze. Tuttavia, il passo indietro in termini di trasparenza che abbiamo appena descritto, non è in alcun modo osteggiato dalla commissione europea. Anzi, l’organo esecutivo Ue ha un approccio assolutamente favorevole al lavoro del governo sul piano nazionale.
Il perché di questo approccio conciliante è da ricercare intanto nell’importanza del piano italiano per tutto il dispositivo europeo di ripresa e resilienza. Il Pnrr del nostro paese è ampiamente il più costoso, con 194,4 miliardi di euro. Va da sé che la sua riuscita o il suo fallimento comporterebbero lo stesso destino per l’intero progetto a livello europeo. A ciò si aggiungono anche altre questioni cruciali nel rapporto tra la commissione e il governo italiano. In primis le elezioni europee del giugno 2023, in cui la presidente commissione Von der Leyen si gioca la conferma.