Definizione
La politica agricola comune (Pac) esiste dal 1962, quando è stata varata dai sei stati fondatori dell’Unione europea (Francia, Italia, Belgio, Germania, Paesi Bassi e Lussemburgo). Il suo scopo originario era quello di garantire la sicurezza alimentare nel periodo post-bellico. Specificamente aumentando la produttività e stabilizzando i mercati, garantendo la disponibilità di alimenti a prezzi ragionevoli e assicurando uno standard di vita giusto per i contadini. Obiettivi riportati all’articolo 39 del trattato di Roma.
Dal 2023 viene implementata una nuova strategia.
Esiste quindi da 60 anni, ma nel corso del tempo ha subito dei cambiamenti. In particolare il 2023 sarà un anno cruciale da questo punto di vista. Segnerà infatti l’inizio di una nuova strategia, che per la prima volta si pone degli obiettivi quantificabili e specifici per impiegare i fondi. Una strategia definita dalla commissione come “fairer, greener and more performance-based“. Ovvero incentrata sulla necessità di garantire una maggiore giustizia a livello sociale e salariale, nonché una maggiore attenzione alla questione climatica (in linea con la strategia Farm to fork). Ma anche maggiormente basata sui risultati ottenuti.
Per i finanziamenti sono previsti due diversi fondi: il fondo europeo agricolo di garanzia (Feaga) e il fondo europeo agricolo per lo sviluppo rurale (Feasr). Il Feaga si occupa principalmente di pagamenti diretti agli agricoltori e delle campagne di informazione e promozione di prodotti agricoli. Mentre l’ambito del Feasr è quello del sostegno allo sviluppo rurale.
Per il periodo 2021-2027 gli investimenti sono pari a 387 miliardi di euro, 270 miliardi specificamente per il quinquennio 2023-2027. Si tratta di fondi provenienti dal bilancio a lungo termine dell’Ue (2021-2027), che nel corso dei prossimi cinque anni saranno destinati a circa 7 milioni di beneficiari.
40% dei fondi della nuova Pac andrà destinato a progetti rilevanti per la lotta ai cambiamenti climatici.
Nella nuova Pac, sono 10 gli obiettivi guida individuati dalla commissione:
- garantire un reddito equo agli agricoltori;
- aumentare la competitività;
- migliorare la posizione degli agricoltori nella filiera alimentare;
- agire per contrastare i cambiamenti climatici;
- tutelare l’ambiente;
- salvaguardare il paesaggio e la biodiversità;
- sostenere il ricambio generazionale;
- sviluppare aree rurali dinamiche;
- proteggere la qualità dell’alimentazione e della salute;
- promuovere le conoscenze e l’innovazione.
Questi sono gli obiettivi generali, ma poi ogni paese deve sviluppare un suo piano strategico nazionale che articoli i suoi impegni nel canalizzare le risorse nei tre ambiti cruciali. Ovvero supporto al reddito, sviluppo rurale e misure per il mercato.
L’Italia ha finalizzato il suo piano a inizio dicembre del 2022. Gli obiettivi specifici identificati sono “il potenziamento della competitività del sistema in ottica sostenibile, il rafforzamento della resilienza e della vitalità dei territori rurali, la promozione del lavoro agricolo e forestale di qualità e la sicurezza sui posti di lavoro, il sostegno alla capacità di attivare scambi di conoscenza, ricerca e innovazioni e l’ottimizzazione del sistema di governance”.
Dati
Secondo le analisi della commissione europea, nel 2018 il reddito in agricoltura era appena il 41% di quello degli altri settori. Sono ancora pochi i giovani coinvolti in questo ambito, il che rende l’agricoltura anche meno aperta all’innovazione. Inoltre, la povertà delle zone rurali continua a essere più elevata di quella delle aree urbane. Sono molti tuttavia anche i trend positivi: diminuisce l’uso di pesticidi, fertilizzanti e antibiotici e aumenta l’uso di terreno per agricoltura biologica, come anche l’uso di energia da fonti rinnovabili.
L’agricoltura è quindi un ambito che necessita di investimenti indirizzati strategicamente per affrontare le sfide che il settore si trova a fronteggiare.
Gli investimenti europei in Italia saranno pari a 26,6 miliardi di euro. Si aggiungeranno poi fondi nazionali pari a 8,5 miliardi, per un totale di circa 35 miliardi di euro.
Il contributo Ue maggiore va ai pagamenti diretti
I fondi europei e nazionali nel piano strategico italiano per l’agricoltura (anni 2023-2027)
I dati si riferiscono alla distribuzione dei fondi europei e nazionali all’interno del piano strategico elaborato dall’Italia. I fondi nazionali destinati al sostegno al settore si riferiscono esclusivamente all’apicoltura.
FONTE: elaborazione openpolis su dati commissione europea
(consultati: giovedì 19 Gennaio 2023)
I fondi Ue saranno distribuiti principalmente nelle voci “pagamenti diretti” (17,6 miliardi) e “sviluppo rurale” (7,2 miliardi). Mentre alla voce “sostegno al settore” saranno destinati 1,7 miliardi di euro.
Per quanto riguarda invece i fondi nazionali, la quasi totalità sarà dedicata allo sviluppo rurale (più di 8 miliardi, per oltre la metà del totale), mentre 58,6 milioni sono riportati per il sostegno al settore.
Analisi
L’agricoltura è un settore fondamentale sia per la sopravvivenza umana che per il suo valore economico. Un settore che però si trova a dover affrontare una serie di sfide, in primis relative al cambiamento climatico. Per questo è importante non soltanto predisporre maggiori investimenti, ma anche indirizzarli in modo da affrontare pienamente tali sfide.
Nei prossimi mesi e anni sarà quindi fondamentale monitorare come i fondi della Pac saranno investiti a livello europeo e nel nostro paese, quali saranno i beneficiari e quali progetti saranno implementati. Ad esempio tramite i meccanismi di controllo e valutazione messi a disposizione dalla commissione europea stessa.