Definizione
L’ufficio per il programma di governo (Upg) è una struttura che fa capo alla presidenza del consiglio dei ministri il cui compito principale è assicurare l’effettiva attuazione delle politiche governative.
I compiti e la struttura di quest’organo sono delineati dall’articolo 25 del Dpcm 1 ottobre 2012 e dall’articolo 19, commi 14 e 14-bis, del decreto legge 90/2014. La sua attività si divide in due macro-aree. Il servizio attuazione programma e trasparenza ha il compito di coordinare e dare impulso alle iniziative per la piena attuazione delle politiche governative. Il servizio monitoraggio del programma invece cura la costante verifica dello stato di avanzamento dei lavori, sia in termini legislativi che amministrativi. Questo servizio si occupa anche di segnalare eventuali difficoltà o ritardi oltre che della realizzazione di report e informative.
Vedi anche
Com'è organizzata la presidenza del consiglio dei ministri.
Al vertice dell’organo è posto un “capo dell’ufficio” che risponde direttamente all’autorità politica dalla quale riceve gli indirizzi sugli obiettivi da perseguire. Per quanto riguarda il governo Draghi l’attività dell’Upg rientra tra le deleghe del sottosegretario alla presidenza del consiglio Roberto Garofoli.
Dati
Gli atti aventi forza di legge non sempre sono immediatamente applicabili. In alcuni casi infatti le norme rinviano ad atti ulteriori, chiamati a definire i contenuti tecnici e di dettaglio per l’effettiva attuazione delle disposizioni contenute nelle norme. Si tratta dei cosiddetti decreti attuativi.
L’Upg svolge una fondamentale opera di monitoraggio sullo stato di attuazione delle leggi.
La pubblicazione di questi atti, per la gran parte di competenza dei ministeri, è fondamentale per la piena applicazione delle misure contenute nelle leggi. Sotto questo aspetto il monitoraggio sullo stato di pubblicazione dei decreti attuativi è molto importante. Anche a seguito della nostra pressione, l’Upg ha realizzato un database costantemente aggiornato che contiene diverse informazioni. Dallo stato di pubblicazione dei decreti attuativi al dicastero competente, fino alle risorse finaziarie legate al singolo provvedimento.
Per farsi un’idea della sua attività tuttavia è possibile anche analizzare le relazioni periodiche pubblicate su questo tema. Lo scorso 28 gennaio ad esempio è stata rilasciata una relazione sullo stato di attuazione delle norme anti-Covid emanate dal governo nel corso del 2020.
Grazie a questo documento sappiamo che le norme anti-Covid emanate dal governo nel 2020 sono state 36 (35 decreti legge e una legge ordinaria). Tra queste, 10 richiedevano l’ulteriore pubblicazione di atti di secondo livello per un totale di 310 decreti attuativi. Il 42% di questi provvedimenti (137) faceva riferimento al misure contenute nel decreto rilancio. Il 20,3% (63 provvedimenti) sono legati al decreto agosto mentre l’11,9% (37) al decreto semplificazioni.
Per il decreto rilancio previsti 137 decreti attuativi
Numero di decreti attuativi necessari per le norme Covid varate dal governo nel corso del 2020
FONTE: elaborazione openpolis su dati ufficio per il programma di governo.
(ultimo aggiornamento: lunedì 25 Gennaio 2021)
Il dato più interessante però riguarda la percentuale di completamento di questi provvedimenti. Alla data del 25 gennaio 2021 infatti era stata pubblicata meno della metà dei decreti attuativi richiesti. Quelli già emanati infatti erano 154 mentre quelli ancora mancanti erano 156.
310 i decreti attuativi richiesti dagli atti Covid emanati nel 2020.
Tra i provvedimenti più “critici” troviamo il decreto semplificazioni per cui mancava all’appello ancora il 92% circa delle attuazioni. Oltre il 50% delle attuazioni mancanti poi anche per i Dl agosto e ristori.
Analisi
L'attività dell'Upg presenta alcune criticità. Come emerge anche dai nostri approfondimenti sul tema infatti la sua capacità di impulso per l'implementazione del programma appare limitata. Infatti nel corso degli anni si è accumulata una grande quantità di decreti attuativi che ancora manca all’appello.
L'attività di impulso dell'Upg appare poco incisiva.
Anche per questo motivo il governo Draghi ha deciso di correre ai ripari introducendo un nuovo metodo operativo che prevede, tra le altre cose, la creazione di una rete permanente oltre che l’individuazione di specifici referenti all’interno dei singoli ministeri.
Altre problematiche poi si rilevano anche per quanto riguarda il monitoraggio. Le norme che regolano l'attività dell'Upg risultato molto vaghe sul punto. Come abbiamo raccontato infatti non vi sono obblighi di pubblicazione in questo senso. Tutto dipende dalla volontà politica dell'esecutivo in carica. Gli sforzi in termini di trasparenza da parte di un esecutivo non possono essere dati per scontati. Ad esempio alla fine del 2020 il database dell’Upg è stato inutilizzabile per oltre un mese.
A sanare almeno parzialmente questa lacuna è intervenuto un emendamento al decreto legge semplificazioni e governance Pnrr presentato dai deputati Giuseppe Brescia e Stefano Ceccanti. Grazie a questo intervento viene reso obbligatorio il costante aggiornamento dei dati contenuti nel sito dell’Upg oltre alla produzione di relazioni periodiche da presentare al parlamento. La norma inoltre “cristallizza” la struttura che l’attuale esecutivo si è dato per una più efficace pubblicazione delle attuazioni.
L'emendamento Brescia-Ceccanti è un passo avanti ma ancora non basta.
Si tratta certamente di un passo avanti ma rimangono comunque alcune criticità relativamente alla trasparenza. Per quanto riguarda la presentazione delle relazioni alle camere non sono indicate tempistiche precise e non ci sono nemmeno indicazioni in merito alla pubblicazione di tali documenti. Non vi è poi un riferimento specifico (anche se potrebbe essere sottinteso) all'obbligo di diffusione dei dati relativi alle risorse finanziarie bloccate a causa dei decreti attuativi mancanti. Un'indicazione che sarebbe molto importante per valutare l’impatto dell’inazione dei ministeri su cittadini e imprese.