Definizione
Un governo di coalizione è un esecutivo che nasce dall’alleanza politica di due o più partiti su un programma comune. Questa alleanza può essere dichiarata prima delle elezioni (coalizione pre-elettorale, tipica della seconda Repubblica) oppure composta dopo il voto. Nella prima Repubblica, ad esempio, i partiti si presentavano senza coalizioni formali ma la contrapposizione tra Pci e Dc consentiva di identificare i due poli di possibili coalizioni alternative. Nella seconda Repubblica i due poli alternativi erano le coalizioni di centrodestra e centrosinistra, presentate prima del voto. Dal 2013 il sistema è diventato multipolare, rendendo più difficile la possibilità di formare governi corrispondenti alle coalizioni pre-elettorali. Una dinamica confermata anche nel 2018 ma che invece pare non caratterizzare le elezioni del 2022 che hanno visto una netta affermazione della coalizione di centrodestra.
Dati
Le coalizioni che hanno governato il paese dal dopoguerra sono state composite, talvolta instabili. Sono 64 i governi entrati in carica dopo l’approvazione della costituzione, con una durata media poco superiore all’anno (400 giorni circa). Al netto dell’instabilità nella durata delle compagini ministeriali, è possibile identificare fasi politiche più o meno lunghe in cui l’esecutivo era retto con una precisa formula politica. In particolare:
- tra il 1945 e il 1947 i governi sono sostenuti dalla coalizione dei partiti antifascisti che avevano partecipato al comitato di liberazione nazionale (di cui i tre principali erano Dc, Psi e Pci, insieme ad altri minori di tradizione laica e liberale);
- tra il 1947 e il 1960, con la fine dell’accordo tripartito con comunisti e socialisti, i governi sono retti da coalizioni centriste imperniate sulla Democrazia cristiana e i suoi alleati laici minori (vari governi a geometria variabile con repubblicani, liberali e socialdemocratici);
- dopo un biennio di transizione, dal 1962 al 1976 la maggior parte degli esecutivi si basano su un’accordo di coalizione di centrosinistra tra Dc e Psi, con i liberali, i comunisti e il Movimento sociale all’opposizione. Non mancano comunque in questo stesso periodo brevi tentativi di svolte moderate con governi di centrodestra tra democristiani e liberali;
- gli anni tra il 1976 e il 1979 sono governati attraverso una collaborazione tra i due maggiori partiti, Pci e Dc (compromesso storico);
- dal 1980 al 1991-92 sono governati da una coalizione a cinque comprendente (a fasi alterne) i quattro partiti del vecchio centrosinistra (Dc, Psi, Psdi, Pri) e i liberali. Questa coalizione di governo è nota come pentapartito.
A partire dal 1993 l’introduzione del maggioritario ha contribuito a rendere il sistema bipolare, con la competizione tra le due coalizioni alternative di centrodestra (Polo per le libertà e il buon governo, poi Casa delle libertà, poi Pdl e Lega) e centrosinistra (Ulivo, Unione, poi Pd e alleati), spesso molto frammentate al loro interno. Nel 2013 l’emersione di un terzo attore (Movimento 5 stelle) ha portato alla scomposizione dei due poli e alle larghe intese tra parte del centrodestra (Pdl) e parte del centrosinistra (Pd). Successivamente l’implosione del Pdl ha portato ad una coalizione di governo tra Pd e gruppi di fuoriusciti dalla coalizione di centrodestra. Nelle elezioni del 2018, l’ulteriore indebolimento della dinamica bipolare (centrodestra contro centrosinistra), ha portato ancora più confusione negli sbocchi successivi per formare un governo. La XVIII legislatura ha infatti visto la composizione di 2 coalizioni di segno opposto, entrambe guidate da Giuseppe Conte (indipendente area M5s): prima tra 5 stelle e Lega (Conte I) e successivamente tra 5s, Pd, Iv e Leu. La legislatura si è poi conclusa con la formazione di un governo di unità nazionale che ha visto al suo interno la coesistenza di partiti di centrodestra e centrosinistra oltre che del Movimento 5 stelle.
Analisi
Una caratteristica del sistema politico italiano è stata storicamente la coesistenza di formule politiche di medio-lungo periodo con un’alta variabilità dei governi in carica. Era così nella prima Repubblica, quando il centrosinistra poteva essere portato avanti con governi guidati da personalità diverse e con formati partitici differenti. Ma questa particolarità è stata presente anche nella seconda Repubblica: nella XIII legislatura si sono avvicendati 4 governi di centrosinistra; nella XVII 3 governi formati da Pd più alleati provenienti dal centrodestra. Nella XVIII invece si sono succeduti due governi che, pur guidati dalla stessa persona, avevano formule politiche opposte.