Dispersione scolastica “esplicita”

La dispersione scolastica esplicita riguarda tutti i fenomeni di progressivo allontanamento di ragazze e ragazzi dalla scuola, come assenze prolungate, ripetenze e interruzioni. Il suo culmine è l’abbandono definitivo del percorso di studi.

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Definizione

Con dispersione scolastica si intendono una serie di situazioni diverse, accomunate da una “mancata o incompleta o irregolare fruizione dei servizi di istruzione” da parte dello studente (Invalsi). Rientrano nelle casistiche di dispersione fenomeni come interruzioni e/o ritardi nel percorso di studi, evasione dell’obbligo di frequenza, fino all’abbandono della scuola prima della fine del ciclo formativo.

L’abbandono scolastico è il culmine dei processi di dispersione e consiste nell’abbandono della scuola prima del raggiungimento del diploma o di una qualifica. Vai a “Che cos’è l’abbandono scolastico”

L’abbandono rappresenta la “punta dell’iceberg” dei processi di dispersione scolastica. Tuttavia, essendo con i dati attualmente a disposizione il fenomeno più facilmente misurabile e confrontabile anche a livello europeo, viene spesso utilizzato come sinonimo di dispersione, anche se i due fenomeni non sono perfettamente sovrapponibili.

Si parla anche di dispersione esplicita per distinguerla da quella cosiddetta “implicita”, riguardante i ragazzi che – pur concludendo regolarmente il percorso di studi – non hanno competenze di base minimamente adeguate.

Dati

Sarebbe riduttivo affrontare la questione solo dal punto di vista della deprivazione materiale, senza andare alle radici educative, culturali, sociali, psicologiche che ne sono alla base. Dimensioni che spesso sono anche collegate tra loro.

In termini educativi, un primo aspetto da monitorare è l’impatto dell’abbandono scolastico, misurato a livello europeo come percentuale di giovani tra 18 e 24 anni che hanno lasciato la scuola prima del tempo. Nel percorso di calo degli ultimi vent’anni, la quota di abbandoni è scesa dall’11,5% del 2022 al 10,5% del 2023. Un dato in avvicinamento all’obiettivo del 9% fissato in sede Ue, ma che comunque resta il quinto più elevato. Restano inoltre ancora profonde le disparità di genere e quelle territoriali.

10,5%

i giovani tra 18 e 24 anni che in Italia hanno al massimo la licenza media nel 2023. Per approfondire.

Pur nell’andamento discendente, di progressivo avvicinamento all’obiettivo europeo del 9%, il dato nazionale resta al quinto posto tra i paesi Ue.

13,1%

il tasso di abbandono scolastico tra i maschi. Tra le ragazze il fenomeno è più contenuto (7,6%). Per approfondire.

Accanto ai divari di genere, permangono profondi gap territoriali nell’incidenza dell’abbandono scolastico, più contenuto nel centro Italia (7%) e nel nord (dove è compreso tra 8 e 9%) rispetto al mezzogiorno. Nel sud continentale si attesta al 13,5%, mentre nelle isole raggiunge il picco massimo (17,2%).

17,3%

il tasso di abbandono scolastico in Sardegna. Insieme alla Sicilia, nelle due isole la quota di giovani che hanno lasciato gli studi prima del tempo supera il 17%. Mentre l’incidenza è già inferiore al 9% in Piemonte, Basilicata, provincia autonoma di Trento, Lombardia, Molise, Emilia-Romagna, Friuli-Venezia Giulia, Marche, Lazio e Umbria. Per approfondire.

FONTE: elaborazione openpolis – Con i Bambini su dati Eurostat
(pubblicati: mercoledì 24 Aprile 2024)

Al netto di questo, si tratta di un indicatore che registra un insuccesso formativo alla fine del percorso di studi, senza individuare le cause che ne sono alla base. Serve un approccio innovativo che consenta di indagare anche a livello territoriale fine i fenomeni ad esso collegati, dalle assenze prolungate alle ripetenze, dalle interruzioni degli studi ai trasferimenti in corso d’anno.

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