Hikikomori (ritiro sociale)

L’hikikomori è una “forma di ritiro sociale patologico o distacco sociale la cui caratteristica essenziale è l’isolamento fisico nella propria casa.” Riguarda principalmente, ma non esclusivamente, adolescenti e giovani adulti.

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Definizione

Il termine giapponese Hikikomori è la manifestazione più estrema di ritiro sociale, specialmente da parte dei giovani.

Descrive “un disturbo che colpisce principalmente adolescenti o giovani adulti che vivono a casa dei genitori, chiusi nelle loro camere da letto per giorni, mesi o addirittura anni, isolati dal mondo; solitamente questi individui rifiutano la comunicazione con l’esterno e in casi estremi anche con la loro famiglia, usano Internet in maniera compulsiva e si attivano solo per affrontare i loro bisogni fisici primari.” (Istituto superiore di sanità).

Dati

Il fenomeno non riguarda unicamente i giovani; secondo quanto ricostruito da Iss in letteratura si identificano casi simili anche tra casalinghe e anziani. Tuttavia l’età di comparsa di questa problematica è generalmente l’adolescenza o la prima età adulta.

L’indagine del 2023 dell’Istituto superiore di sanità sulle Dipendenze comportamentali nella Generazione Z ha consentito di ricostruire la portata potenziale del fenomeno in Italia, attraverso un campione di studenti delle scuole secondarie nel contesto post-pandemico.

Nei 6 mesi precedenti la rilevazione, è emerso come potrebbero essere oltre 60mila le ragazze e i ragazzi con tendenza all’isolamento sociale, pari all’1,6% della popolazione studentesca tra 11 e 17 anni. È soprattutto tra le ragazze che il fenomeno incide di più: 1,9% tra le 11-13enni, 2,4% tra le adolescenti tra 14 e 17 anni. Nelle scuole superiori, ad essere più colpiti sono gli studenti degli istituti professionali e dei licei artistici (2,3%), a fronte dell’1,5% dei tecnici e dell’1,3% degli altri licei.

65.967

gli studenti tra 11 e 17 anni di cui si stima una tendenza all’isolamento sociale negli ultimi sei mesi precedenti la rilevazione promossa da Iss, l’istituto superiore di sanità.

Parliamo dell’1,6% della popolazione scolastica, in media, con una prevalenza maggiore nelle scuole medie (1,8% tra 11 e 13 anni) rispetto alle superiori (1,6% tra 14 e 17 anni).

Le ragazze sono maggiormente colpite, in entrambe le fasce d’età. La quota si attesta all’1,9% tra 11 e 13 anni e addirittura supera il 2% tra 14 e 17 anni.

2,4%

l’incidenza stimata del ritiro sociale tra le studentesse di 14-17 anni. Per approfondire.

La fascia d’età più colpita prendendo in considerazione entrambi i generi è quella dei 13enni, dove sfiora il 3%. Mentre il fenomeno è meno frequente tra i 17enni (0,6% di incidenza).

13 anni

a quest’età si stima che l’incidenza del ritiro sociale raggiunga il 2,6% dei ragazzi. Per approfondire.

Come detto, il fenomeno viene spesso associato in letteratura all’uso compulsivo di internet. Il 2,5% del campione indagato da Iss (quasi 100mila ragazze e ragazzi) presenta caratteristiche compatibili con la presenza di una dipendenza da social media.

FONTE: elaborazione openpolis – Con i Bambini su dati Iss
(ultimo aggiornamento: giovedì 2 Maggio 2024)

Una tendenza in diversi casi correlata con le difficoltà nell’instaurare una relazione costruttiva con genitori e adulti. Tra gli 11-13enni a rischio dipendenza da social, il 75,9% dichiara una difficoltà comunicativa con i genitori. La quota scende al 40,5% in chi non presenta il rischio.

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