Definizione
Con stato si intende l’organizzazione politica di una comunità. Sia nella struttura che nelle modalità di funzionamento, esso è regolamentato da norme giuridiche (leggi) ed è dedito alla cura dei bisogni della popolazione. Ha numerose funzioni, che nel tempo si sono moltiplicate (Cotta, Della Porta, Morlino), dal monopolio dell’uso legittimo della forza alla gestione dei servizi di welfare.
Si tratta quindi di un’entità istituzionale, e nell’ordinamento italiano ha lo status di una persona giuridica pubblica con autonomia legale.
Per quanto riguarda invece la nazione, etimologicamente il termine deriva da “nascere”, e indica il paese non tanto come organizzazione politica, quanto più come appartenenza comune di un gruppo di persone a un insieme di radici storiche e culturali, a tradizioni, valori, lingua, religione, usi, costumi e patrimonio condivisi. In altre parole, indica la “identità” di uno stato. Politicamente, è un potenziale elemento di coesione interna, ma anche di differenziazione rispetto all’esterno.
Secondo il sociologo tedesco Theodor Geiger, a livello storico la nazione sarebbe emersa dal disfacimento dello stato assoluto, quando i confini “naturali” subentrarono a quelli “dinastici”. La nazione sarebbe quindi un’unità sociale che trascende i vincoli puramente giuridici dello stato.
Lo stato è una struttura, non una comunità di persone.
Lo stato invece non è fatto dalle persone, è anzi esterno a esse: consiste nella struttura sotto cui una comunità di persone si organizza. In un certo senso si pone in contrapposizione rispetto alla popolazione.
L’unione di questi due concetti, uno prettamente giuridico e l’altro identitario, ha dato vita ai cosiddetti stati-nazione. Ma i confini di stato e nazione non sempre coincidono, perché una nazione può esistere anche laddove non ci sia uno stato. Come nel caso del Kurdistan, caratterizzato da una forte identità collettiva ma istituzionalmente inesistente.
Spesso ai concetti di stato e nazione si accompagna quello di sovranità. In particolare nei rapporti internazionali, questo concetto si declina in alcuni principi: la non ingerenza negli affari interni, l’indipendenza e la pari dignità. È a tali elementi che si richiamano attualmente i sovranisti quando rivendicano la supremazia delle nazioni (ma più esattamente degli stati-nazione) rispetto ad alcune forme di collaborazione internazionali come ad esempio l’Unione europea. Principi tuttavia difficili da attuare data la forte interdipendenza a livello economico (ma anche sociale e culturale) che caratterizza il mondo contemporaneo.
Analisi
Nel suo discorso per chiedere la fiducia al parlamento, la presidente del consiglio Giorgia Meloni ha ripetutamente usato i termini stato e nazione, spesso in modo intercambiabile.
13 le volte in cui la presidente del consiglio Giorgia Meloni si riferisce all’Italia con il termine “nazione” nel suo discorso alla camera.
In alcuni passaggi, “nazione” è usato per identificare un aspetto prettamente istituzionale e politico. La presidente del consiglio si definisce ad esempio la prima donna a capo del governo di una nazione, non di uno stato, anche se il suo incarico è di natura istituzionale e politica e quindi afferente alla sfera dello stato. Afferma poi che durante il suo mandato – ancora, un elemento di natura politica – darà priorità assoluta all’interesse “della nazione”.
Quello che noi vogliamo fare è liberare le migliori energie di questa Nazione e garantire agli italiani, a tutti gli italiani, un futuro di maggiore libertà, giustizia, benessere e sicurezza.
Altrettante volte la presidente del consiglio usa il termine “stato” per parlare dell’Italia. In un’occasione la sovrapposizione tra i due termini appare particolarmente evidente, quando l’Italia è definita sia “stato fondatore dell’Ue” che “nazione fondatrice dell’Ue”.
Si tratta di una precisa scelta di comunicazione che prevede una commistione di termini che sono però diversi. Questa scelta è pienamente voluta e allude al concetto ideologico di primato nazionale. Nel corso della storia, spesso le forze al potere hanno sfruttato il rischio di una minaccia esterna agli interessi nazionali per tacitare le opposizioni e ricompattare la comunità. Tale strategia viene utilizzata ancora oggi con successo, a destra e a sinistra, in regimi sia autoritari che democratici.
Il concetto di nazione si basa su un’idea e non su fatti.
Tuttavia è importante evidenziare che il concetto di nazione è stato più volte criticato, perché il suo fondamento è un concetto vuoto, e non un fatto reale e concreto. Ernest Renan, filosofo francese dell’800 considerato il padre dell’idea di nazione, sosteneva che questa fosse un’anima, un principio spirituale, che presupponeva un passato (un’eredità comune) ma che si riassumeva nel presente (in un presunto consenso attuale). Storicamente però l’idea di un popolo caratterizzato etnicamente ma anche da un punto di vista linguistico e religioso è fittizia, non ha riscontri. L’Italia in maniera particolare è stata presa da numerosi storici ad esempio di come all’interno dei confini di uno stesso paese possa presentarsi una grande diversità.
Nonostante il termine derivi da “nascere”, “nazione” non è semplicemente una questione di rapporto tra l’individuo e il territorio. A determinare l’appartenenza alla nazione è la condivisione di un patrimonio fatto di simboli, di stemmi, di vittorie e di sconfitte. Come evidenzia lo storico tedesco Hagen Schulze, la guerra fu infatti un catalizzatore importante nella nascita dell’idea di nazione. Il concetto nasce storicamente da un elemento di ostilità, di demarcazione di ogni paese rispetto al vicino che si affaccia ai confini. Anche oggi quest’ultimo può entrare in un paese, per vie legali, acquisendo ad esempio la cittadinanza, ma solo rispettando una lunga serie di requisiti.
Di fatto quello di nazione è un concetto di natura essenzialistica e quindi escludente, chiuso verso l’esterno. Se uno straniero può ottenere la cittadinanza e quindi stabilirsi in un paese attraverso le istituzioni statali, non può per definizione essere parte di un patrimonio ideale passato. Ne è di fatto escluso. Se poi si fa un’equazione tra i concetti di stato e nazione, l’esclusione diventa ancora più netta.