Definizione
Nell’ambito degli indicatori Bes (benessere equo e sostenibile) raccolti da Istat, per monitorare il benessere psicologico della popolazione viene utilizzato l’indice di salute mentale del questionario Sf-36. Si tratta di uno strumento psicometrico sviluppato in ambito internazionale che fornisce una misura sintetica del disagio psicologico (psychological distress), ottenuta dalla sintesi dei punteggi totalizzati da ciascun individuo di 14 anni e più. All’aumentare del punteggio, che può variare tra 0 e 100, migliora la valutazione delle condizioni di salute mentale.
Durante il Covid, uno degli argomenti di maggiore dibattito tra gli studiosi è stato proprio l’impatto dell’emergenza sulla vita di bambini e ragazzi e in particolare sul loro benessere psicologico.
Fattori di rischio per il benessere psico-fisico dei minori nel Covid
Esperienze di isolamento, malattia grave e/o decesso di uno o più familiari | Assenza di un approccio di sistema (mancato coordinamento delle reti sociali, sanitarie ed educative) |
Situazioni familiari complesse (es. separazione dei genitori, assenza o iperprotezione di figure adulte di riferimento, sovraccarico lavorativo dei genitori o lavori ad alto rischio COVID) | Mancanza di una rete di servizi sociosanitari ed educativi sufficientemente efficace (es. tra servizi di neuropsichiatria infantile, psicologia, scuola e sociale) |
Problematiche psicologiche e neuropsichiatriche preesistenti | Inadeguatezza dei sistemi di accoglienza e cura |
Stress correlato alla richiesta di prestazioni scolastiche elevate | Prolungati periodi di chiusura della scuola |
Difficoltà nella gestione temporale della routine quotidiana | Percezione costante di incertezza e sfiducia nelle istituzioni |
Utilizzo inadeguato e/o eccessivo dei dispositivi tecnologici per le attività didattiche e le relazioni sociali (es. eccesso di social network) | Mancanza di zone verdi e chiusura prolungata di luoghi di aggregazione e/o socializzazione |
Mancata conoscenza della lingua italiana da parte dei migranti e delle loro famiglie | Confusione generata dalla comunicazione da parte dei mass media |
Mancanza o inadeguatezza di risorse informatiche | Mancanza o inadeguatezza di risorse informatiche |
Episodi di violenza sui minorenni e violenza assistita | Fragilità socio-culturali ed economiche (es. posizioni lavorative precarie o perdita del lavoro dei genitori) |
Dati
Nella pandemia si è assistito a una rarefazione nei rapporti sociali: in circa 1 caso su 2 gli studenti delle secondarie hanno visto diminuire la frequenza con la quale vedono amici/amiche. In diversi casi si è registrato un peggioramento nel benessere psicologico dei minori.
I due anni di pandemia, con le restrizioni alla mobilità e la persistenza nel tempo di limitazioni alla vita sociale e relazionale, hanno determinato un impatto sulla componente psicologica ed emotiva della salute, che è risultato evidente soprattutto tra i più giovani
Anche l’indice di salute mentale medio tra i 14-19enni è calato nel corso del primo anno di pandemia, per avere un andamento altalenante negli anni successivi.
71
l’indice di salute mentale tra 14-19enni nel 2023. In peggioramento rispetto al 2022: i livelli pre-Covid non sono ancora recuperati. Per approfondire.
Nel 2023 torna a peggiorare l’indice di salute mentale tra i giovani
Indice di salute mentale per fascia d’età (2016-2023)
FONTE: elaborazione openpolis – Con i Bambini su dati Istat (Bes)
(pubblicati: venerdì 12 Aprile 2024)
Con la pandemia, tra 2020 e 2021, l’indice di salute mentale è rimasto stabile tra gli adulti, mentre tra gli adolescenti è fortemente diminuito, passando da 73,9 a 70,3 in un solo anno. Dopo un miglioramento nel 2022 (72,6) è ridisceso a 71 nel 2023. I livelli pre-Covid non appaiono quindi pienamente recuperati.
67,4
l’indice di salute mentale tra le ragazze tra 14 e 19 anni nel 2023.
Un divario di genere che segnala un minor benessere psicologico per le ragazze rispetto ai ragazzi (74,3 nello stesso anno).
65.967
gli studenti tra 11 e 17 anni con tendenza all’isolamento sociale negli ultimi sei mesi precedenti la rievazione promossa da Iss, l’istituto superiore di sanità.
Quasi 100mila (il 2,5% del campione) presentano invece caratteristiche compatibili con la presenza di una dipendenza da social media. Una tendenza correlata con le difficoltà nell’instaurare una relazione costruttiva con genitori e adulti. Tra gli 11-13enni a rischio dipendenza da social, il 75,9% dichiara una difficoltà comunicativa con i genitori. La quota scende al 40,5% in chi non presenta il rischio.