Perché chiediamo al governo maggiore trasparenza sul Pnrr #OpenPNRR

Il piano italiano sconta ancora molte lacune in termini di informazioni e dati disponibili per il monitoraggio. Per questo, insieme ad altre realtà civiche, chiediamo al nuovo esecutivo maggiore impegno su questo fronte.

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Fin dalla sua presentazione in parlamento, abbiamo lanciato denunce e appelli per la massima trasparenza a proposito del piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr). Parliamo infatti di un progetto epocale che vede l’Italia come principale beneficiaria con oltre 190 miliardi di euro assegnati. Di fronte a una massa così ingente di risorse, la società civile può e deve esercitare un ruolo di pungolo nei confronti delle istituzioni affinché questi soldi siano ben spesi.

Da questo punto di vista quindi la trasparenza e la pubblicazione di dati sono elementi essenziali. Non solo per fornire ai cittadini tutte le informazioni utili a sapere come il Pnrr impatterà sui loro territori, ma anche per permettere attività di monitoraggio civico finalizzato a evitare sprechi e scelte sbagliate.

D’altronde le norme stesse prevedevano precisi obblighi in tal senso. La legge di bilancio per il 2021 infatti impegnava il governo a pubblicare i dati di attuazione finanziaria, fisica e procedurale relativi a ciascun progetto del Pnrr. Un successivo decreto del presidente del consiglio dei ministri (Dpcm) aveva inoltre specificato che tali dati avrebbero dovuto essere disponibili per tutti in formato aperto e rielaborabile.

Il ministero dell’economia […] rende accessibile in formato elaborabile e […] navigabile dati sull’attuazione finanziaria, fisica e procedurale relativi a ciascun progetto, assieme ai costi programmati e ai milestone e target perseguiti.

Tuttavia allo stato attuale, dopo oltre un anno dall’approvazione del piano, queste informazioni non risultano ancora disponibili. Questo rappresenta un grosso problema non solo per i cittadini ma anche per gli stessi decisori che non hanno le informazioni necessarie per tenere sotto controllo lo stato di attuazione dei singoli progetti e del Pnrr nel suo complesso. Per questo nell’aprile scorso avevamo presentato una richiesta di accesso agli atti. Richiesta a cui l’allora governo Draghi aveva risposto in maniera del tutto insoddisfacente

Per questo motivo, insieme ad ActionAid, Cittadinanzattiva, Infonodes, Monithon, Ondata, Period Think Tank Aps, Transparency International Italia e altre 49 realtà del mondo civico abbiamo deciso di lanciare la campagna #ItaliaDomaniDatiOggi e, al tempo stesso, di scrivere una lettera al nuovo governo per chiedere un maggiore impegno da questo punto di vista.

Lo scontro Draghi-Meloni e la carenza di informazioni

La mancanza di informazioni chiare e puntuali sullo stato di avanzamento del Pnrr ha, tra le altre cose, determinato anche un momento di forte tensione tra Mario Draghi e Giorgia Meloni. La presidente del consiglio subentrante infatti aveva affermato come ci fossero ritardi evidenti nella realizzazione del Pnrr. Draghi ha replicato che tale contestazione non era fondata. In caso contrario l’Ue non avrebbe versato i fondi della seconda rata di finanziamenti, cosa che invece ha fatto.

Il presidente uscente però faceva riferimento al conseguimento delle scadenze previste per il primo semestre del 2022. Tuttavia, come abbiamo spiegato in questo articolo, c’è una differenza sostanziale tra scadenze e progetti. Le prime rappresentano il cronoprogramma che l’Italia ha concordato con l’Unione europea e che il nostro paese deve rispettare se non vuole rischiare di perdere i fondi assegnati.

Con il termine progetti invece si fa riferimento a tutti i singoli interventi che dovranno essere realizzati nel nostro paese grazie ai fondi europei. Se anche lo stesso monitoraggio delle scadenze presenta molte difficoltà, è proprio sui progetti che si incontrano le lacune più gravi nella disponibilità di dati.

Trasparenza, informazione, monitoraggio e valutazione del PNRR

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Nella nota di aggiornamento al documento di economia e finanza (Nadef) redatta dallo stesso governo Draghi, ad esempio, si evidenzia come il nostro paese abbia speso effettivamente molti meno soldi di quanto inizialmente previsto. Questo si traduce sostanzialmente nel fatto che molti cantieri ancora non sono partiti e sono quindi effettivamente in ritardo.

13,2 miliardi € i fondi Pnrr spesi in meno dall’Italia, rispetto a quanto previsto.

Questa però è l’unica informazione attualmente disponibile. Non possiamo sapere con puntualità invece quali sono i progetti che ancora non sono partiti, il loro costo né come si distribuiscono sul territorio.

Sui progetti le informazioni disponibili sono pochissime.

Tali informazioni peraltro non sono disponibili nemmeno per i progetti che sono attualmente in corso. Non sappiamo infatti quanti sono i soldi già spesi per ogni singolo intervento. Tale indicazione avrebbe potuto rappresentare un buon indicatore per valutare lo stato di avanzamento delle diverse opere.

Se da un lato il fatto che abbiamo speso meno fondi nel 2022 avrà un impatto marginale sul raggiungimento di obiettivi e traguardi previsti per quest’anno ciò non vuol dire che sarà così anche nei prossimi anni. Il ritardo accumulato nell’avvio dei cantieri infatti dovrà essere recuperato. Ciò perché, a meno di modifiche del Pnrr, tutti i progetti dovranno concludersi entro il 2026.

Anche per questo motivo è fondamentale un monitoraggio puntuale e costantemente aggiornato sullo stato di avanzamento di bandi e progetti.

I ritardi legati alla piattaforma Regis

Ma il dato sui fondi effettivamente erogati non è l’unica informazione mancante. A oggi infatti è difficilissimo ottenere elementi di dettaglio sugli interventi che saranno finanziati con i fondi europei. Questo perché ancora non esiste un luogo unico e facilmente accessibile in cui sia possibile reperire delle “schede progetto”. Ossia pagine web che permettano di conoscere i dettagli dei singoli interventi e scaricare i documenti rilevanti.

Tali informazioni sarebbero dovute essere disponibili per tutti attraverso il portale Italia domani. Tuttavia questo sito presenta diverse lacune. In particolare all’interno della sezione open data, allo stato attuale, sono presenti informazioni solamente per 5mila progetti legati a quattro procedure di gara, per un valore complessivo di circa un miliardo di euro. Questi dati risalgono allo scorso maggio.

Tuttavia nella seconda relazione che il governo Draghi ha presentato al parlamento nei primi giorni di ottobre, si legge che i progetti che risultano attualmente in corso sarebbero oltre 73mila.

65 miliardi € il valore complessivo dei progetti in corso.

I dati mancanti sarebbero dovuti confluire in un unico database centralizzato attraverso il sistema informatico Regis. Un portale creato dal ministero dell’economia in cui tutti i soggetti coinvolti avrebbero dovuto caricare le informazioni legate agli interventi di loro competenza. Ma, com’è evidente, ciò non è ancora avvenuto.

La piattaforma Regis avrebbe dovuto essere operativa già dal 2021.

L’obiettivo di fornire a cittadini e realtà del terzo settore dati aperti e riutilizzabili a fini di monitoraggio peraltro doveva essere conseguito già nel 2021. Tuttavia i ritardi nell’implementazione della piattaforma avevano fatto mancare questo primo appuntamento. Successivamente, il governo aveva assicurato che tale infrastruttura sarebbe stata operativa entro il 30 giugno di quest’anno. Ciò anche a seguito di impegni presi con la commissione europea.

Anche questo traguardo però è stato mancato. Solo alla fine di luglio infatti sono state prodotte delle linee guida indirizzate a tutte le amministrazioni coinvolte nella realizzazione dei progetti finanziati con il Pnrr per il caricamento dei dati sulla piattaforma. Il processo di conferimento dei dati dunque sembrerebbe essere in corso. Tuttavia, come abbiamo già spiegato in questo articolo, le informazioni contenute su Regis non appaiono ancora oggi accessibili alla cittadinanza.

Nella relazione del governo per il parlamento si legge sostanzialmente che il fatto che i dati non siano ancora disponibili dipende dalla lentezza con cui le amministrazioni coinvolte stanno conferendo le informazioni richieste. Da questo punto di vista, abbiamo sottolineato spesso le difficoltà che molti enti stanno incontrando nell’espletare procedure così complesse come quelle richieste dal Pnrr. Anche questo sarebbe un elemento che sta contribuendo ai ritardi.

Motivo per cui, tra l’altro, recentemente sarebbe stata raggiunta un’intesa che prevede l’assunzione di ulteriori 700 unità di personale proprio con il fine di supportare le amministrazioni locali anche nella rendicontazione dei progetti.

Cosa chiediamo

Nonostante tutte le promesse e gli annunci, a oggi le informazioni sono ancora scarse e inadeguate. Questo rende praticamente impossibile monitorare in maniera adeguata lo stato di avanzamento delle opere finanziate con il Pnrr e il loro impatto sul territorio e sulle persone.

Tutto è demandato alla buona volontà degli enti locali che in alcuni casi hanno pubblicato sui loro siti istituzionali le informazioni relative ai progetti che li vedevano coinvolti. In questo modo però si è creata anche una disparità di accesso ai dati tra i cittadini che vivono in queste realtà e gli altri.

Per questo chiediamo al nuovo governo – che, peraltro, ha individuato in Raffaele Fitto un ministro con delega specifica al Pnrr – di non fare passi indietro. Ma anzi, di colmare le lacune lasciate dal precedente esecutivo.

In particolare chiediamo:

  • la pubblicazione completa, tempestiva e in formato aperto dei dati relativi a tutti i progetti;
  • la creazione di un’unica banca dati per le schede progetto e tutti i dati e informazioni utili a comprendere come il Pnrr impatterà sui singoli territori;
  • che sia garantito un aggiornamento costante, quantomeno trimestrale, dei dati;
  • che siano resi noti gli indicatori su cui si intende monitorare l’impatto dei progetti sulle tre priorità trasversali.

Il Pnrr rappresenta una sfida epocale ed irripetibile per il nostro paese. Una sfida che avrà impatti significativi anche sulle generazioni future. Da questo punto di vista, la trasparenza e la disponibilità dei dati sono condizione essenziale per promuovere il dibattito, esercitare il controllo civico e intervenire per scongiurare sprechi ed errori.

Il nostro osservatorio sul Pnrr

Questo articolo rientra nel progetto di monitoraggio civico OpenPNRR, realizzato per analizzare e approfondire il piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr). Ogni lunedì pubblichiamo un nuovo articolo sulle misure previste dal piano e sullo stato di avanzamento dei lavori (vedi tutti gli articoli). Tutti i dati sono liberamente consultabili online sulla nostra piattaforma openpnrr.it, che offre anche la possibilità di attivare un monitoraggio personalizzato e ricevere notifiche ad hoc. Mettiamo inoltre a disposizione i nostri open data che possono essere riutilizzati liberamente per analisi, iniziative di data journalism o anche per semplice consultazione.

Foto: palazzo ChigiLicenza

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