Perché siamo costretti a presentare l’ennesimo Foia sul Pnrr #OpenPNRR

Nonostante gli impegni presi, il governo continua a non pubblicare dati dettagliati sulla spesa del piano nazionale di ripresa e resilienza. Una chiara scelta politica tesa ad evitare di rendere troppo evidenti criticità e ritardi.

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Negli ultimi mesi il governo Meloni ha fatto una serie di annunci sui risultati raggiunti relativamente al piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr). Se da un lato è vero che, da un punto di vista procedurale, la gran parte delle misure del piano è stata attivata dall’altro occorre osservare come la realizzazione concreta delle diverse opere sia ancora piuttosto indietro. Questo è un elemento che emerge chiaramente se si analizzano i dati disponibili riguardanti la spesa già sostenuta.

Come abbiamo visto in un precedente approfondimento infatti, al momento i fondi spesi ammontano a 51,4 miliardi di euro. Ovvero appena il 26% dell’importo totale assegnato al nostro paese. Questo dato – unito al fatto che il 56% delle scadenze legate alla realizzazione del piano deve ancora essere completato – ci dice che resta ancora da fare gran parte del lavoro.

In questo contesto, si inseriscono gli ormai ben noti problemi legati alla trasparenza e alla disponibilità dei dati. Nonostante alcuni passi in avanti avvenuti negli ultimi mesi, ad oggi non è ancora possibile conoscere nel dettaglio il livello di spesa già sostenuta per ogni singolo progetto finanziato. Si tratta di una grave mancanza poiché senza questi dati è impossibile comprendere quale sia il reale grado di realizzazione delle diverse opere.

Anche per questo motivo, nell’aprile scorso avevamo inviato una specifica richiesta di accesso agli atti (Foia). Richiesta alla quale l’ispettorato generale per il Pnrr aveva risposto con una rassicurazione ben precisa.

Con riferimento all’avanzamento delle spese, il relativo data set open sarà oggetto di prossima pubblicazione sul portale con l’aggiornamento dei dati entro il mese di luglio p.v.

Purtroppo per il momento tale impegno risulta disatteso. Per questo ci vediamo costretti – supportati ancora una volta dall’Osservatorio civico Pnrr, delle centinaia di organizzazioni aderenti alla campagna Dati Bene Comune e con l’assistenza dello studio legale E-Lex – a presentare un nuovo Foia per chiedere che questi dati vengano finalmente pubblicati.

Non pubblicare i dati sulla spesa dei progetti è una scelta politica tesa a minimizzare le situazioni di criticità.

L’esecutivo infatti è in possesso di tali informazioni. Lo dimostra il fatto che i dati aggregati a livello di misura sono stati diffusi. Non pubblicare i dati di dettaglio è quindi una scelta politica tesa a minimizzare le situazioni di criticità che tutt’ora permangono riguardo al Pnrr.

In una fase così concitata come quella attuale, con il ministro Raffaele Fitto in procinto di lasciare il proprio incarico per andare a far parte della nuova commissione europea, è fondamentale che siano pubblicati tutti i dati in possesso dell’esecutivo. In modo tale da far chiarezza una volta per tutte su quali sono competenze e responsabilità e individuare le situazioni più critiche su cui è necessario intervenire per imprimere un’accelerazione.

Le difficoltà nell’accesso ai dati, un riepilogo

Fin dall’avvio del Pnrr, nel 2021, le varie realtà che si sono occupate di monitorare il piano si sono scontrate con gravi lacune in termini di trasparenza e disponibilità di dati.

Nel tempo, anche grazie alla costante azione di pressione e denuncia delle organizzazioni che aderiscono alla campagna #DatiBeneComune, la situazione era andata via via migliorando. Tanto che ci era stato possibile realizzare anche la nostra piattaforma di libera consultazione OpenPNRR. Con l’avvio della revisione del piano voluta dal governo Meloni tuttavia si sono registrati dei significativi passi indietro.

A seguito dell’approvazione definitiva della modifica, per diversi mesi le informazioni disponibili sul cosiddetto “nuovo Pnrr” sono state pochissime. Tra le principali lacune si segnalava l’assenza di un elenco aggiornato e dettagliato delle misure (riforme e investimenti) che sarebbero andate a comporre il piano rivisto, con particolare riferimento al quadro finanziario, e di quelle che invece erano state depotenziate o eliminate del tutto.

5 le richieste Foia inviate al governo sul Pnrr dalla Fondazione Openpolis.

Inoltre, in continuità con il passato, persisteva la mancanza di dati aggiornati sul livello di spesa delle risorse assegnate al nostro paese e ulteriori dettagli circa lo stato di avanzamento dei singoli progetti. Senza contare che non erano disponibili nemmeno indicazioni chiare su quello che sarebbe stato il destino dei progetti che invece a quelle fonti non avrebbero più avuto accesso. La mancanza di queste informazioni ci ha costretto a sospendere anche gran parte delle nostre attività di monitoraggio.

Questo quadro così complesso ci ha portato alla decisione di inviare al governo e a tutti gli altri soggetti coinvolti una nuova richiesta di accesso generalizzato agli atti (Foia). La quarta dall’avvio del Pnrr. A seguito di questa ulteriore richiesta, l’esecutivo ha rilasciato una pubblicazione straordinaria di aggiornamento dati. Questa ha certamente rappresentato un passo in avanti ma presentava comunque diverse criticità e lacune, già evidenziate in passato.

Sul Pnrr si riscontrano problemi di trasparenza, ancora non risolti del tutto.

Un ulteriore aggiornamento dei dati è stato rilasciato alla fine di luglio. Grazie a questa pubblicazione possiamo dire che finalmente il quadro sul nuovo Pnrr è in gran parte completo. Tuttavia permane una grave lacuna. E cioè la mancata pubblicazione, nonostante gli impegni assunti, dei dati relativi allo stato di avanzamento finanziario dei diversi progetti che ricevono i fondi del Pnrr. Un elemento fondamentale senza il quale è impossibile analizzare, caso per caso, dove si incorre in situazioni di criticità che sarebbe opportuno affrontare prima che sia troppo tardi.

Come già detto nell’introduzione, il governo ha diffuso questi dati a livello aggregato di misura. Si specifica tuttavia che tali indicazioni si basano sulle dichiarazioni rilasciate dalle diverse amministrazioni titolari degli investimenti del Pnrr.

Il dataset Spesa PNRR per misura prospetta gli avanzamenti finanziari comunicati dall’Amministrazione Titolare per ciascuna misura di cui è responsabile.

Questa dichiarazione può avere due diverse interpretazioni. O i singoli ministeri non hanno idea di dove siano andate a finire del risorse del Pnrr che hanno già erogato e sarebbe molto grave. Oppure, più probabilmente, si è scelto di omettere queste informazioni anche per evitare di dare eccessiva rilevanza alle situazioni più difficili.

A questo proposito è opportuno ricordare che in passato l’esecutivo ha più volte attribuito la responsabilità della mancanza di dati sulla spesa ai soggetti attuatori. Ovvero quegli enti che hanno la responsabilità della “messa a terra” del Pnrr. Questi ultimi, nella ricostruzione del governo, non sarebbero stati sufficientemente puntuali nel rendicontare le spese sostenute e ciò avrebbe determinato una sottostima del reale stato di avanzamento dei diversi interventi. Anche per questo motivo nel cosiddetto decreto Pnrr quater si prevedevano specifici obblighi in tal senso.

I soggetti attuatori dei programmi e degli interventi provvedono a rendere disponibile ovvero ad aggiornare sul sistema informatico «ReGiS» entro trenta giorni dalla data di entrata in vigore della legge di conversione del presente decreto, il cronoprogramma procedurale e finanziario di ciascun programma e intervento […] con l’indicazione dello stato di avanzamento e dei pagamenti alla predetta data.

La Struttura di missione PNRR provvede a pubblicare sul sito internet utilizzato per lo svolgimento delle attività […] i cronoprogrammi […] con l’indicazione di quelli per i quali è stato richiesto l’esercizio dei poteri sostitutivi.

Tuttavia la norma è rimasta solo sulla carta, per il momento. Almeno per quel che riguarda l’accesso a queste informazioni da parte dei non addetti ai lavori. Per tutti questi motivi abbiamo deciso di inviare un nuovo Foia al governo e a tutti gli altri enti preposti.

Il rischio di perdere una parte dei fondi

Anche con i pochi dati a disposizione, risulta evidente come la realizzazione pratica della maggior parte degli investimenti sia ancora molto indietro. Questo non può che rappresentare un campanello d’allarme visto che il tempo inizia a scarseggiare.

Avere dati di dettaglio aiuterebbe gli stessi decisori chiamati a trovare soluzioni per non far fallire il Pnrr.

Infatti anche diversi esponenti autorevoli del mondo accademico stanno iniziando a paventare il rischio che l’Italia possa perdere una parte dei fondi assegnati. Secondo gli economisti Gustavo Pica e Gaetano Scognamiglio, ad esempio, attualmente il nostro paese riesce a spendere circa 1,5 miliardi al mese. Questo significa che a fine 2026, a meno di una forte accelerazione, l’Italia avrà erogato al massimo un centinaio di miliardi. Poco più della metà delle risorse assegnate al nostro paese.

Poter analizzare dati di dettaglio sul livello di spesa dei singoli interventi potrebbe aiutare a comprendere meglio dove si trovano le maggiori criticità. Questo sarebbe importante non solo per gli analisti ma anche per gli stessi decisori, chiamati a trovare delle soluzioni per non far fallire il Pnrr.

La scelta di non rendere pubblici questi dati, nonostante le promesse e gli obblighi di legge che lo stesso esecutivo si è autoimposto, è incomprensibile e inaccettabile. Per questo proseguiremo nella nostra battaglia per una maggiore trasparenza riguardo la gestione del Pnrr.

Il nostro osservatorio sul Pnrr

Questo articolo rientra nel progetto di monitoraggio civico OpenPNRR, realizzato per analizzare e approfondire il piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr). Ogni lunedì pubblichiamo un nuovo articolo sulle misure previste dal piano e sullo stato di avanzamento dei lavori (vedi tutti gli articoli). Tutti i dati sono liberamente consultabili online sulla nostra piattaforma openpnrr.it, che offre anche la possibilità di attivare un monitoraggio personalizzato e ricevere notifiche ad hoc. Mettiamo inoltre a disposizione i nostri open data che possono essere riutilizzati liberamente per analisi, iniziative di data journalism o anche per semplice consultazione.

Foto: Governo – Licenza

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