Quanti diplomati accedono all’educazione universitaria in Italia #conibambini

L’Italia è tra gli ultimi posti per quota di laureati tra i paesi Ue e, analizzando i dati territoriali sulle iscrizioni dei neo-diplomati, emerge come in diverse aree il passaggio diretto da scuola superiore a università riguardi meno della metà dei ragazzi.

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Il mercato del lavoro in Italia e nel mondo è diventato sempre più competitivo nel corso degli anni. Sono aumentate le conoscenze richieste per accedervi e con esse l’importanza di un percorso di studio adeguato. Maggiori competenze permettono ai singoli individui di aspirare a migliori posizioni lavorative e, nell’insieme, una popolazione altamente istruita può favorire la crescita economica e sociale di uno stato.

In questo senso, nella strategia Europa 2020 l’Ue invita i paesi a promuovere il conseguimento di un livello di istruzione elevato per tutti, fissando un obiettivo chiaro sull’educazione terziaria.

40% la quota di laureati tra i 30 e i 34 anni da raggiungere in Ue entro il 2020.

Un target che a livello comunitario è stato positivamente raggiunto, con un anno di anticipo. Secondo i dati 2019 infatti, il 41,6% dei residenti tra 30-34 anni in Ue ha una laurea. Una media che, tuttavia, nasconde ampi divari tra i paesi membri.

FONTE: elaborazione openpolis - Con i Bambini su dati Eurostat
(ultimo aggiornamento: giovedì 8 Ottobre 2020)

Con solo il 27,6% di laureati tra 30-34 anni, l'Italia è penultima in classifica, seguita solo dalla Romania, a quota 25,8%. Da notare che tra i maggiori paesi anche la Germania occupa uno degli ultimi posti, con una percentuale (35,5%) inferiore di 6 punti alla media europea (41,6%). Al lato opposto e con un ampio divario, invece, paesi come Cipro, Irlanda e Paesi Bassi, dove sono più della metà i laureati nella fascia d'età di riferimento.

Il passaggio all'università, in Italia

Abbiamo visto come la quota di italiani laureati sia tra le più basse d'Europa. Per approfondire la questione, un altro indicatore interessante da considerare è la percentuale di neo-diplomati che si iscrivono all'università nello stesso anno in cui hanno conseguito il diploma.

Un elemento che ci può dire molto sulla percezione o meno dell'educazione terziaria come di un percorso appetibile alla fine delle scuole superiori.

I territori in grigio sono quelli per cui il dato non è disponibile. Sono esclusi dall’analisi gli iscritti a istituti tecnici superiori, istituti di alta formazione artistica, musicale e coreutica, scuole superiori per mediatori linguistici e presso università straniere.

FONTE: elaborazione openpolis - Con i Bambini su dati Bes
(ultimo aggiornamento: martedì 30 Giugno 2020)

Agli ultimi posti, le grandi regioni del sud.

Calabria, Puglia, Sicilia e Campania sono le uniche dove meno del 50% dei neo-diplomati si è iscritto all'università lo stesso anno in cui ha conseguito il diploma.

Ai primi posti invece Abruzzo, con quasi il 60% di iscritti, Molise, Marche e Liguria.

62,6% i neo-diplomati iscritti all'università lo stesso anno del diploma in provincia di Isernia, al primo posto in Italia.

Osservando poi la mappa provinciale è interessante notare, oltre alla classifica, gli ampi divari all'interno delle stesse regioni. È il caso ad esempio della Lombardia, dove la provincia di Lecco è al quinto posto tra quelle italiane a quota 59,3% e la provincia di Sondrio è ultima con solo il 37,1% di iscritti. Situazioni simili anche in Piemonte e Liguria, con alcune province che superano la metà dei neo-diplomati iscritti e altre invece fanalino di coda.

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I contenuti dell'Osservatorio povertà educativa #conibambini sono realizzati da openpolis con l'impresa sociale Con i Bambini nell'ambito del fondo per il contrasto della povertà educativa minorile. Mettiamo a disposizione in formato aperto i dati utilizzati nell'articolo. Li abbiamo raccolti e trattati così da poterli analizzare in relazione con altri dataset di fonte pubblica, con l'obiettivo di creare un'unica banca dati territoriale sui servizi. Possono essere riutilizzati liberamente per analisi, iniziative di data journalism o anche per semplice consultazione. Le fonti dei dati sull'educazione terziaria sono Eurostat e Bes.

Foto credits: Pixabay nikolayhg - Licenza

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